A cura della Redazione

«Non riesco a capire come fa il sindaco di Pompei a spendere soldi dei contribuenti per l’ufficio stampa mentre non riesce neanche a parlare con le Istituzioni».

Un fiume di parole Don Luigi Merola, non appena si analizza il problema finanziario della sua scuola a Pontenuovo. Un quartiere degradato, dove imperversano miseria e camorra, che lui stesso ha definito il "Bronx di Pompei".

Ci risiamo. Il sindaco Nando Uliano è riuscito ancora una volta a sorprendere l’opinione pubblica con una decisione clamorosa. Dopo aver sfrattato la “Biblioteca Maiuri” e demotivato l’ex Procuratore Diego Marmo, da lui stesso invitato a presiedere l'Osservatorio sulla legalità, ora ha negato il finanziamento (8mila euro l’anno)  alla sede pompeiana della fondazione  ''A voce d''e Creature'', una  struttura creata dal prete napoletano Don Luigi Merola in una delle case sequestrate al boss dei Cesarano per sottrarre alla strada ed al reclutamento nelle organizzazioni criminali degli 'scugnizzi' di Pompei. Don Merola ha spiegato che il Comune ha annullato l’iniziativa di sostegno che gli è dovuta per legge, in primis perché prevista dal decreto che disciplina l’impiego dei beni sottratti alla camorra ma principalmente perché la Fondazione che porta il suo nome svolge un servizio sociale per Pompei.

«Uliano non si rende conto che, secondo la legge, dovrebbe pagare duecento euro al giorno, al contrario annulla il finanziamento alla nostra scuola mentre avrebbe potuto “tagliare” il suo staff», argomenta il sacerdote. Il problema principale che mette in ansia ed offende Don Merola è che con la nuova Amministrazione non si riesce a dialogare. «Il sindaco Nando Uliano - prosegue - inizialmente mi era sembrato ben disposto verso i ragazzi e mi aveva assicurato il suo sostegno ma successivamente non si è fatto più sentire». Ha spiegato Don Merola, che ha aggiunto che recentemente ha avuto contatto con il vice di Uliano, Pietro Orsineri, che gli ha dato un po’ di speranza. Ora le casse della scuola si sono prosciugate. Non c'è un euro per i trenta bambini tra i 6 e i 15 anni che arrivano tutti i giorni nella casa sottratta alla camorra per fare doposcuola e frequentare i laboratori di ceramica, musica, lingue, computer. Un vero e proprio presidio di legalità nel ''Bronx di Pompei'', nei pressi del mercato dei fiori. Vale a dire la “Scampia” di Pompei retta dal clan Cesarano. «''A Voce d'e creature'' è sita in una villa confiscata a quel clan, affidataci dal prefetto Alessandro Pansa - continua Don Merola -. Ora, dopo sette anni, rischiamo di chiudere. Da giugno scorso, ad ogni telefonata mi rispondono che richiameranno, ma finora nessuno si è fatto vivo. La conclusione è che, per muovere le acque, abbiamo concordato con le famiglie dei nostri ragazzi un’iniziativa clamorosa, faremo scuola davanti al Comune. Mercoledì 7 ottobre, alle ore 15, insieme ai bambini e ai loro genitori saranno portate davanti a Palazzo de Fusco sedie, panche e banchi e sarà tenuta una lezione all’aperto - dichiara Don Merola -. Se l’Amministrazione è insensibile e/o impotente a risolvere il problema, potrebbero intervenire le aziende locali. Ogni albergo, negozio o azienda di altro genere potrebbe ''adottare un bambino'' offrendo 100 euro per sostenere 'A voce d''e creature', mediante un versamento bancario da effettuare sul nostro sito internet (avocedecreature.it). Io ai miracoli - conclude il prete - ci credo perciò non smetterò di sperare».