A cura della Redazione

Vi immaginate quante migliaia di persone prenderebbero la tessera del Partito Democratico a Pompei nel caso che fosse proclamato, improvvisamente, un congresso cittadino che si trasformerebbe immancabilmente in un referendum pro o contro la maggioranza politica di Uliano?

A proposito del sindaco di Pompei, non si capisce come mai non abbia aggiunto la sua firma a quella dei tre consiglieri di Progetto Democratico e dell’assessore della stessa componente politica della sua maggioranza.

«Il partito che non c’è» è probabilmente il modo migliore per definire non solo per il Pd ma tutti i partiti politici di Pompei, dal momento che alle ultime elezioni amministrative solo il M5S vi ha partecipato con il proprio simbolo e con una rappresentanza di candidati-attivisti, come recita il loro rigido regolamento (non si tratta di un partito ma di un movimento politico organizzato). Tralasciando tanti incisi e riferimenti a personaggi noti della politica locale, il senso del documento politico diffuso dall’ufficio stampa del Comune di Pompei è racchiuso nell’appello al segretario provinciale Venanzio Carpentieri a sciogliere il "nodo Pompei". C’è da chiedersi a questo punto se è un intervento che serve alla politica cittadina. Soprattutto c’è da chiedersi se è da ritenersi urgente. Né la prima né la seconda. In primis, i partiti politici sono serviti fino ad oggi a Pompei solo come teatrino di consolazione della politica locale, dove non molto tempo fa misuravano le loro forze D’Alessio e Lo Sapio per vedere chi aveva più seguito personale.

Alle elezioni amministrative, il simbolo del Pd viene considerato da tutti come un ostacolo inutile alle alleanze locali. Nella formazione delle liste civiche e nelle alleanze e cordate che conseguono alla loro formazione, si prescinde dall’appartenenza partitica. Così, per esempio, nella stessa maggioranza che fa capo a Uliano partecipano il consigliere Calabrese (a tessera Pd) insieme al consigliere Vitulano (con tessera Fratelli d’Italia), Visto che il Partito della sinistra è stato disatteso già prima delle elezioni, perché dovrebbe risultare urgente attualmente, considerato che la divisione politica pemane sia nella maggioranza amministrativa che nell’opposizione? In altre parole, non è l’appartenenza politica ad aggregare a Pompei, dove prevale invece in senso sociale il familismo (parentela, favore e posto di lavoro).