A cura della Redazione

“L’acqua non ha colore politico”. E’ stato il commento di uno dei tanti (ma non molti) amministratori comunali campani che hanno partecipato a Palazzo de Fusco al dibattito sul disegno di legge “Riordino del Servizio idrico integrato ed istituzione dell’Ente idrico Campano” approvato lunedì 16 novembre scorso dal Consiglio regionale della Campania  in una seduta di soli 10 minuti.

E’ oscuro il motivo per cui non è stato ancora pubblicizzato il testo di legge mentre fa riflettere il fatto che il presidente Vincenzo De Luca abbia imposto alla sua maggioranza di votarlo senza dibattere nonostante sia impopolare e contrastante con lo spirito del referendum.

La partecipazione alla manifestazione di sabato prossimo è stata in ogni caso assicurata dagli intervenuti al convegno promosso dal coraggioso sindaco di Pompei Nando Uliano, che non ha esitato a disattendere agli ordini di scuderia del Partito Democratico quando si è trattato di difendere un principio fondamentale del suo mandato di sindaco: mettere al primo posto gli interessi dei propri cittadini-elettori. Altri amministratori, pur non partecipando al convegno, hanno fatto pervenire la loro adesione. Pompei  da anni è al primo posto  nella battaglia di civiltà sull’acqua pubblica. Nella riunione della rete dei primi cittadini campani si trattava di concordare una posizione unitaria e strategie condivise in vista della manifestazione di protesta del 28 novembre, che punta a modificare una legge non condivisa dalla base popolare,  dai comitati sull’acqua pubblica e del M5S.

Dopo la vittoria elettorale al referendum abrogativo si sta mettendo in campo un sistema per tornare punto e a capo, facendo prevalere gli appetiti del capitale privato in un servizio che deve essere rigorosamente pubblico.  

Il nodo della legge regionale risiede  nell’Istituzione dell’EIC (Ente Idrico Campano) che accentrerà il potere di decidere nelle mani di 20 delegati al posto di 500 sindaci che non potranno incidere direttamente. L’Ato unico regionale avrà un mandato rappresentativo mentre l’acqua merita la vicinanza ai bisogni dei cittadini campani. Alla fine partiranno sabato dalla città mariana bus carichi di cittadini con in testa il gonfalone della città ed il sindaco con la fascia tricolore. A che cosa si punta? Ad aprire un tavolo con i vertici regionali per una radicale modifica della legge sull’acqua. Se non ci sarà accordo, il patto siglato a Pompei è stato chiaro. Una raffica di ricorsi amministrativi ed eventuale chiamata in causa della Corte Costituzionale nella fase applicativa della legge sull’acqua.