A cura della Redazione

Si sente solo e abbandonato in una deserta piazza Schettini. Unica speranza che gli è rimasta è quella d’incontrare l’assessore Raffaele Marra (per conto dell’Amministrazione Uliano).

L’edicolante Peppe Artuso esercita la sua attività, “confinato” in piazza Schettini, da cinque anni. Fu trasferito in quel posto dall’Amministrazione precedente. La sua è una storia lunga e per certi versi incredibile, anche perché ha luogo in una città famosa in tutto il mondo. Di lui, delle sue contestazioni, hanno parlato da tempo praticamente tutti i giornali locali. Si batte in particolare contro  il degrado ambientale con cui è costretto a convivere. Battaglie (le sue) naturalmente perse in partenza, ma lui è testardo e prosegue sulla sua strada. E’ convinto che alla fine il Comune (che ha citato in giudizio) sarà costretto a pagargli i danni.

Per farla breve, Peppe Artuso gestiva in precedenza un’edicola davanti a Palazzo De Fusco. L’Amministrazione D’Alessio gli revocò  prima l’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico, quindi lo convinse ad accettare lo spostamento della sua attività di rivendita di quotidiani e riviste dentro un “cubicolo” (si tratta di spazi coperti per piccole attività) di piazza Schettini. Parliamo di una porzione del centro storico moderno sottoposto a lavori pubblici di riqualificazione che, come succede anche a Pompei, invece di portare miglioramento hanno devastato l’ambiente creando un vero e proprio "sgorbio" urbanistico, monumento all’inadeguatezza della classe dirigente in parte rimasta salda sugli scranni di Palazzo De Fusco.

Il contesto in cui vive l’edicolante è inverosimile, se non si accerta di persona il profondo degrado sia sociale che urbanistico a causa della frequenza notturna di bande di teppisti e della pessima esecuzione di lavori pubblici dati in appalto.

«Sono stato rovinato economicamente ed ora mi hanno lasciato solo in questa piazza», ha detto sconfortato il povero Artuso. Che ha confessato di aver paura la sera quando è solo in mezzo alle gang di ragazzi scapestrati che si ubbriacano e fanno baldoria vicino alla sua edicola anche se a pochi metri è sito il comando dei Vigili Urbani. Incredibile a credersi. Bisogna solo verificare una situazione del genere. Artuso rivuole il suo vecchio chiosco (che fine ha fatto?) e ritornare a vendere quotidiani e settimanali in piena sicurezza come cinque anni fa. Vale a dire davanti al Municipio. L’attuale sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, ha preso a cuore il suo problema. Gli ha promesso di restituirlo ad un’attività economica, dignitosa e tranquilla. Artuso ha fiducia delle sue sincere intenzioni ma dice anche che non può più aspettare. E’ intenzionato a chiedere proposte risolutive del suo problema all’assessore Marra che deve incontrare nei prossimi giorni. Nel frattempo non si è fermata la sua vertenza giudiziaria contro il Comune di Pompei, in cui ha chiesto il risarcimento dei danni che ha ricevuto in questi cinque anni.