A cura della Redazione

Potrebbe tornare quella di prima (o quasi) la maggioranza che governa Palazzo De Fusco. Sarebbero, secondo fonti bene informate, in corso contatti "sotto banco" tra il duo De Martino/Ametrano ed il sindaco Uliano ed i suoi fedelissimi.

I due consiglieri comunali che furono eletti con la lista civica “Città Nuova”, furono successivamente autori (insieme a Carmine Cirillo) del “golpe” ordito insieme alla componente di minoranza del Consiglio comunale. "Golpe" che il sindaco boy scout ed i suoi “lupetti” riuscirono a neutralizzare aprendo ad Attilio Malafronte un varco in maggioranza grande quanto una casa.

All’epoca il consigliere Malafronte fu definito “inaffidabile” dagli ex amici consiglieri comunali di cordata che tradì in una nottata di fuoco, giuramenti e tradimenti.

Ma è sempre detto, ripetuto e dimostrato: “In politica il potere logora chi non ce l’ha”. Vale per l’ex “traditore” Malafronte ma vale anche di più per i due ex consiglieri di maggioranza che avrebbero all’epoca voluto sostituire l’assessore Margherita Beatrice con un altro nome più rispondente (a loro avviso), ed invece si sono trovati dopo un blitz sfortunato ancora  “a becco asciutto”, nel senso che sono stati lasciati fuori la stanza dei bottoni, tanto che hanno cominciato a disertare anche le sedute dei Consigli comunali perché di questi tempi la militanza in opposizione non è gratificante.

Ora pare che a livello sotterraneo i due “disertori” abbiano ripreso a parlare con Uliano e compagni. La contropartita sarebbe quella di sempre (un nuovo assessore al posto della Beatrice) che farebbe risolvere il problema alla maggioranza del turnover, dal momento che altri avevano intrapreso la scalata a quella poltrona, rischiando di accendere lo scontro politico col rischio di pregiudicare equilibri già sulla soglia della precarietà.

A questo punto qualcuno avrebbe consigliato al sindaco di fare la pace con il tandem di consiglieri comunali, che sembra avere come unico obiettivo politico l’ingresso nell’esecutivo con un nominativo rispondente.

A sentire il Palazzo c’è un "no" categorico, ma solo formale, alla trattativa perché il “cervello del Palazzo” (che naturalmente non è Uliano) sta continuando a riflettere.

E’ risaputo che il politico preferisce ostinatamente negare fino all’evidenza perché percepisce l’opinione pubblica come una moglie tradita. La conseguenza è che bisogna solo attendere per vedere se l’operazione va in porto.