A cura della Redazione

«Sulla società Lande, governo e istituzioni hanno letteralmente dormito». I deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura e Antimafia vanno giù duri contro il Governo reo, secondo loro, di mantenere in piedi appalti pubblici milionari (alcuni dei quali per il Grande Progetto Pompei).

A nulla servirebbe l’escamotage del cambio di assetti societari per coprire responsabilità che, secondo i deputati "grillini, sono evidenti perché l'ex ad della Lande ha ricoperto l’incarico  dal 2009 e fino a pochi mesi fa.

Altra accusa al ministro dell’Interno Angelino Alfano riguarda il dato che da ottobre ad oggi non sia stato decretato il commissariamento della società sulla base della legge antimafia,  considerato che la «DDA di Napoli aveva fatto scattare indagini e arresti domiciliari. Solo la recente inchiesta giudiziaria che ha visto coinvolto figure eccellenti del Pd campano ha fatto chiarezza».

Riguardo all’inchiesta sulla società Medea, c’è stata una precedente interrogazione del M5S al ministro Dario Franceschini. I 5 Stelle riferiscono che (diversamente dal Governo) non hanno perso tempo sulla società Lande, presentando un esposto documentato alla Procura oplontina, chiedendo nello stesso tempo al Prefetto di Napoli  di procedere ad un’immediata interdittiva prima che la società cambi nuovamente gli assetti societari.

Intanto nell’indagine della Procura di Torre Annunziata spunterebbero nomi di persone legate al malaffare. La Dia ha recentemente sequestrato presso la direzione del GPP un copioso materiale documentario. Il lavoro è quello d’incrociare i dati con le configurazioni di ripetitività degli appalti segnalati tempestivamente dal generale Nistri e purtroppo agevolati da forme di alleanze e strutturazioni societarie di comodo e dal dato di fatto che il restauro archeologico si presenta come attività di nicchia nell’ambito dell’imprenditoria edile. 

Bisogna oggettivamente riconoscere che i controlli su Pompei degli ultimi anni sono stati numerosi ed articolati: la Prefettura di Napoli, l’autorità giudiziaria di Torre Annunziata, l’Anticorruzione e l’Arma dei Carabinieri con il generale Giovanni Nistri, prima, e Luigi Curatoli, oggi, proprio alla guida del Grande Progetto Pompei.

L’accesso agli atti della Soprintendenza di Pompei della polizia giudiziaria non è una novità. Ci sono stati blitz sui cantieri degli Scavi già in passato. Ora il lavoro da fare è soprattutto di intelligence. E’ necessario incrociare i dati documentali con le banche dati formate su altre inchieste parallele. Bisogna arrivare al senso del ruolo di personaggi chiave, insieme al meccanismo con cui si riescono a vincere molte gare d’appalto.

twitter: @MarioCardone2

Per essere sempre aggiornato clicca "Mi Piace" sulla nostra pagina Facebook