A cura della Redazione

Le tecniche di comunicazione moderna (come internet) possono implementare i rapporti sociali, annullando tempi e le distanze tra i soggetti. Ma i valori morali di comportamento (come il rispetto) sono sempre gli stessi.

Il problema, specie per i giovani (ma non solo), è di sapersi difendere all’occorrenza nel modo migliore contro gli attacchi che il web ha reso più insidiosi.

Questo è il motivo portante che ha visto protagonisti gli studenti delle terze classi dell'Istituto Comprensivo "Matteo Della Corte" di Pompei insieme alla sua dirigente scolastica Marianeve Tarantino ed ai docenti della scuola. All’incontro hanno partecipato Francesco Paolo Oreste (poliziotto, scrittore e politico che coltiva l’amore per la legalità ad ogni livello), la senatrice Luisa Bossa (ex sindaco di Ercolano e componente della commissione antimafia). Presenti anche  il vicequestore aggiunto Angelo Lamanna (che dirige il commissariato P.S. di Pompei)  ed il sindaco Nando Uliano, che tra i ragazzi trova l’habitat naturale per la sua vocazione scoutistica.

Il dibattito che si è aperto su "Bullismo e cyberbullismo" nell’aula consiliare di Palazzo De Fusco ha assunto sempre toni aperti e professionali, grazie anche alla specialità degli intervenuti. Ognuno di essi, a suo modo, per il ruolo che riveste nella società civile, è  specialista nel settore della sicurezza, dell’educazione giovanile o più semplicemente dei rapporti sociali che, dati i tempi e le tecnologie sempre più sofisticate, comporta un costante aggiornamento delle strategie di difesa insieme al monitoraggio ed all’analisi dei singoli episodi.

Non è mancato una dato drammatico ma che ha esaltato il valore educativo dell’iniziativa, di cui va dato merito agli organizzatori. Un ragazzo, nel coso del dibattito, si è alzato per dare una sua pubblica testimonianza. «Sono stato anche io vittima del bullismo».

Poi si è interrotto perché è scoppiato a piangere. E’ intervenuta una sua insegnante. «Il ragazzo (ha detto il nome ma noi non lo ripetiamo, ndr)  proviene da altra scuola dove ha molto sofferto». Ha spiegato la docente. Poi lo studente ha continuato da solo il racconto: «Non davano importanza alle mie denunce forse perché il mio persecutore era il figlio di un delinquente». Una bella lezione di coraggio impartita dallo studente della "Matteo della Corte", che era stato precedentemente anche il protagonista di un corto proiettato prima del dibattito. Il personaggio che aveva interpretato era quello di un suo coetaneo colpito da bullismo via web, che non aveva resistito alle violenze morali che aveva subìto a mezzo telefonino e computer, ed aveva compiuto un gesto estremo.

L’attore (fortunatamente) si è guardato bene dall’imitare il comportamento  del personaggio che aveva interpretato. I risultati si sono visti e bastano da soli ad elevare il profilo della civile manifestazione scolastica.

twitter: @MarioCardone2

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