A cura della Redazione

«È una semplice regola di democrazia, valida in ogni paese civile - commentano i consiglieri comunali di maggioranza Sorrentino, Malafronte, Conforti, Robetti, De Martino, Del Regno e  Vitulano -. Ogni azione amministrativa destinata alla collettività viene eseguita in virtù del mandato elettorale che i cittadini pompeiani hanno conferito al sindaco Ferdinando Uliano».

Praticamente tutta la maggioranza (meno i tre di Messigno) ha aderito all’iniziativa di sdegno targata Orsineri facendo quadrato a difesa delle prerogative del primo cittadino di Pompei. E’ successo quello che molti aspettavano e per cui alcuni (sempre gli stessi) avevano lavorato da tempo: “estendere per espellere”

«Nel leggere le dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza in merito al restyling di via Messigno sono rimasto alquanto perplesso. In virtù del duplice ruolo da me rivestito, di assessore alla Viabilità e alle Finanze da un lato e vicesindaco dall’altro». Aveva esordito in un comunicato ufficiale il numero due di Uliano, che ha precisato che i lavori pubblici in via Messigno sono stati preceduti da tre sopralluoghi assieme ai tecnici comunali e dal reperimento di 40 mila euro in bilancio (stornati da una voce diversa) per finanziare l’intervento.

«Operazioni effettuate a nome dell’Amministrazione Uliano e non certo a titolo personale - spiega Orsineri -. Il sindaco rappresenta l’intera Amministrazione Comunale».

Alle dichiarazioni di Orsineri di dura condanna della polemica sollevata dal gruppo di Alternativa Pompeiana in merito all’intervento spot di riqualificazione di via Messigno, si associano gli altri consiglieri di maggioranza precisando che la squadra è una sola e per questo motivo va condannata l’esternazione  dei consiglieri di Alternativa Pompeana che sono caduti nella “trappola” come dilettanti per il solo scopo d’inscenare una sterile polemica di periferia.

Dilettanti allo sbaraglio - per il resto della maggioranza - che quando dovrebbero fornire spiegazioni stanno zitti mentre non reggono alla suggestione dell’entrata in scena ad effetto come se la politica fosse un melodramma. «Se c’è qualcuno titolato a rivendicare la paternità di un’opera - qualsiasi essa sia e in qualsiasi parte della città essa venga effettuata - quello è il primo cittadino - chiarisce il comunicato della maggioranza gaudente -. Nessun altro. L’opera amministrativa è frutto di un lavoro corale. Nessuno può o deve mettere il cappello su nulla. La tutela dei singoli feudi a discapito della collettività non è consentita in questa amministrazione».

A questo punto Alternativa Pompeana è in netto fuorigioco. Manca il fischio dell’arbitro (il sindaco), poi scatta l’ammonizione.

twitter: @MarioCardone2

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