A cura della Redazione

Opposizione in un primo momento nettamente contraria, per motivi di rispetto della procedura, alla ripresa diretta in streaming della seduta di Consiglio comunale di questa mattina (4 luglio). Successivamente (dopo una pausa) si spacca e prevale la misura di consentire la trasmissione.

E’ stato scelto il Consiglio comunale più denso di avvenimenti per partire con la diffsuone via web della riunione dell'Assise perché, dopo il disimpegno (con dichiarazione pubblica) di Alternativa Pompeiana - Progetto Democratico, la maggioranza si è resa conto di trovarsi in deficit di numero politico. A dirla in breve, se fosse stato presente in aula Carmine Cirillo in qualche votazione, Uliano e compagni sarebbero andati sotto.

Ha fatto gioco la situazione che le varie componenti contro il sindaco non fanno regolarmente fronte comune. Maria Padulosi se n’è accorta ed ha chiesto una pausa che le è stata naturalmente negata dall’opposta fazione che, pur in oggettive difficoltà, ha retto equilibri precari in attesa di momenti migliori.

Il chiarimento del gruppo di Messigno, dopo la revoca del mandato amministrativo a Santa Cascone, è andato in secondo piano rispetto alla notizia eclatante (ma già anticipata da un giornale) che Franco Gallo aveva spedito un dossier di denunce alla Commissione Antimafia ed altri Organismi di garanzia per chiarire alcuni lati oscuri politici ed amministrativi che, secondo l’esponente di E-Laboriamo (ma non era stato sciolta?), incombono su Pompei.

Alternativa Pompeiana - Progetto Pemocratico si è presentata con un documento letto dal consigliere Angelo Calabrese in cui si chiariscono la moderazione della loro posizione tesa sempre al dialogo, la fattività e l’onestà dell’amministratrice di Messigno (al di là della sua scarsa propensione alla mediazione, ndr), l’improvvisa risoluzione di “licenziare” la Cascone in conseguenza del fatto che «il sindaco sarebbe ostaggio di diversi consiglieri».

Nel documento c’è un non precisato riferimento a «forze che hanno inquinato la vita pubblica di Pompei e che provano a riorganizzarsi per rimettere le mani sulla città». Parole pesanti come macigni. A questo punto il pompeiano che in video ha assistito allo “spettacolo” della diretta, sorge spontanea la domanda: “Ci sono elementi comuni tra il documento-denuncia di Gallo e quello letto da Calabrese?”.

Non a caso il capo della componete politica caratterizzata da clamorosi cambi di casacca, ha dichiarato di allegare il documento di Calabrese e compagni alla sua denuncia. 

twitter: @MarioCardone2

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