A cura della Redazione

Dopo due futi, uno sfratto, un "esilio" forzato, una causa giudiziaria e tante promesse politiche, chiude l’edicola di Giuseppe Artuso a Pompei. L'esercizio commerciale prima si trovava davanti alla facciata di Palazzo de Fusco, in pieno centro storico, e successivamente è stato trasferito in piazza Schettini per iniziativa dell'allora sindaco Claudio D’Alessio, che agli occhi di Artuso, a torto o a ragione, rappresenta l’icona della mala politica locale perché l’iniziativa di trovare una collocazione diversa per la sua attività di rivendita di quotidiani e riviste periodiche. Una decisione che ha rappresentato per il povero Artuso l’anticamera del fallimento.

L’edicola di Artuso chiude in parte perché, con il trionfo conclamato di internet, non si vendono più quotidiani. Inoltre l’edicola, anche se collocata in un punto centrale di Pompei, è stata, allo stato dei fatti, scarsamente frequentata dai lettori perché piazza Schettini, per l’opinione pubblica pompeiana, rappresenta il punto di maggiore degrado della politica. Alla fine Artuso, secondo la gente, lascia l’attività per lenta estinzione dal momento che non arrivano più i giornali. Unico politico, di cui, dopo tante promesse risultate vane, Artuso è rimasto amico è (e nessuno ci crederebbe) l’ex sindaco Nando Uliano, in cui forse Artuso ha incosciamente intravisto un’umanità affine alla sua.

Resta il fatto che ora l'edicolante, dopo il danno enorme del fallimento di un’attività che è stata redditizia in passato e provvedeva al sostentamento della famiglia, spera solo nel risarcimento che dovrebbe arrivargli a seguito di una sentenza a suo favore nell'ambito di un processo civile che è in corso. Pare che il Comune di Pompei non si sia neanche curato di costituire un collegio di difesa. Se questa sarà la fine della storia, simile a tante altre, siamo alla classica conclusione: il politico di turno che prende le decisioni sbagliate, la vittima che si rivolge alla legge per essere risarcita e il cittadino sciocco che paga il danno creato dal rappresentante che ha fatto eleggere in cambio di un miserabile favore. La morale è che nelle comunità male amministrate esiste sempre una moltitudine di sciocchi disponibile ad accollarsi il conto finale. 

twitter: @MarioCardone2

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