A cura della Redazione

L’incremento degli avvenimenti delittuosi degli ultimi periodi (a Pompei come nei centri limitrofi), ed il conseguente aumento della paura della gente comune, ha messo la sicurezza in primo piano tra le tematiche all’ordine del giorno della politica di tutte le comunità.

Sulla base di queste valutazioni, a Pompei è stata ripresa l’iniziativa dell’amministrazione precedente, che vedeva i consiglieri proponenti, attualmente di opposizione, nell'allora maggioranza di governo. E’ partita così l’istanza di estendere l’illuminazione pubblica alle strade private frequentate come pubbliche, nel senso che i pompeiani le considerano tali anche se sono state costruite da privati.

Lo spirito collaborativo che contraddistingue la fase iniziale della nuova amministrazione comunale ha prodotto da parte dei quattro capigruppo di minoranza (Alfonso Conforti, Andreina Esposito, Amato La Mura ed Alberto Robetti) la proposta di un Consiglio comunale monotematico per dibattere un argomento che sta sicuramente a cuore a molti cittadini di Pompei: centro turistico dotato di molte contrade urbanizzate, solo in parte. Dove, per farla breve, avere l’illuminazione pubblica rappresenta un traguardo in termini di progresso civile, perché, per esempio, consente di far uscire i figli di casa ad una certa ora inoltrata (che è quella notoriamente da loro preferita) con un senso di maggiore tranquillità e di sicurezza da parte dei genitori.

A livello operativo c’è una proposta dettagliata da parte dei componenti d’opposizione che prevede il mandato all’Ufficio tecnico del Comune di Pompei di stilare un elenco di strade private “ad uso pubblico”; ed Il loro inserimento nello stradario comunale «al solo fine di regolarizzare l’esercizio di servizi resi dalla pubblica amministrazione», scrivono i capigruppo, peraltro già consolidati in passato nelle stesse strade. Parliamo di strade senza barriere che già usufruiscono di elettricità, telefono, gas, acqua e raccolta rifiuti. Bisognerà valutare i riflessi dell’operazione da un punto di vista politico, giuridico, economico - ma soprattutto urbanistico - per l’Ente Comune, perché è chiara che un’iniziativa del genere deve essere utile alla comunità e non rappresentare un espediente furbesco per fare gli interessi privati dei proprietari delle strade che vengono sgravati di costi a danno della collettività.

E’ chiaro, in conclusione, che la decisione da prendere a riguardo è certamente urgente dal punto di vista sociale ma estremamente delicata da un punto di vista politico, perché si potrebbero creare corsie preferenziali per scelte che riguardano l’assetto del territorio che invece devono essere condivise da tutti.  

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