A cura della Redazione

Scende in campo Don Vincenzo Sansone, l’indomito parroco del rione Fontanelle di Pompei, a sostegno della vedova di Umberto Schettino, il parrucchiere del quartiere, il cui talento di bravo artigiano aveva meritato la ribalta nazionale. Schettino, infatti, era diventato l’acconciatore preferito delle partecipanti alle ultime edizioni di Miss Italia. Nonostante il successo e la fama, però, aveva mantenuto integra la sua immagine di brava persona nel quartiere di residenza.

Si impegnava costantemente ad offrire gratis il suo servizio a chi ne aveva bisogno:  tagliava i capelli alle signore della Casa di riposo “Borrelli” ed ai poveri della mensa situata nella piazza centrale di Pompei, senza pretendere un euro di ricompensa. Umberto era noto anche per essere il figlio di uno dei componenti del duo comico Franco e Gio'. Ora a chiedere giustizia per lui è sceso in campo l’anziano parroco Don Vincenzo, famoso per il suo impegno a favore di sfrattati, emarginati e bisognosi di assistenza sociale.

Il prete ultrasettantenne ha chiesto la verità sulla morte del 45enne coiffeur, deceduto giovedì scorso nel reparto malattie infettive dell’ospedale Ruggi di Salerno. Ha in primis chiesto aiuto al collega sacerdote che opera come cappellano presso l’Ospedale di Salerno, che, a detta della famiglia del povero Umberto, si è prodigato in mille modi per aiutarli nella loro ricerca della verità. 

Nel suo verbale di denuncia, la vedova Schettino ha raccontato l’incredibile storia capitata al marito, a partire dallo scorso mese di novembre, quando si rivolse al Ruggi per accertamenti, a seguito di una presunta malattia cardiaca. Dopo il ricovero (il venerdì), il l'uomo doveva ritornare in ospedale per un controllo. Invece si è aggravato fino al punto di essere costretto a ricorrere in urgenza al medico curante che gli consigliò di tornare al Ruggi dove c’era conoscenza pregressa del suo stato clinico.

Schettino ritornò nel reparto di Medicina dell'ospedale salernitano dove, dopo una prima cura antibiotica, è stato sottoposto all'aspirazione di liquido dai polmoni. Nonostante l’intervento, il suo stato di salute ha continuato ad aggravarsi, manifestando un'infezione tubercolare che impose il trasferimento nel reparto di malattie infettive. Successivamente gli fu riscontrata la presenza di liquidi ai lati dei polmoni. Durante l'aspirazione dei liquidi, il giorno successivo, l'uomo è deceduto. 

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