A cura della Redazione

«E’ al comando di Polizia che compete concedere eventuali autorizzazioni per manifestazioni pubbliche da tenersi nella città di Pompei, come altrove». Lo spiega il Vice Questore aggiunto Angelo Lamanna, che, in merito al Gay Pride regionale, organizzato dal Coordinamento LGBT Campania Rainbow, che si svolgerà a Pompei il 30 giugno, ha precisato: «In ogni caso, presso il Commissariato di Polizia di Stato di Pompei non risulta al momento pervenuta alcuna richiesta in merito alla manifestazione».

Sull'evento, l’unico ruolo del primo cittadino di Pompei consiste nel concedere o meno il patrocinio. Iniziativa che era alla base del contatto avuto da tempo con il portavoce del Pompei Gay Pride 2018. Le precisazioni del dottor Lamanna azzerano i motivi di un’immotivata polemica che ha registrato un secco botta e risposta tra Pietro Amitrano, sindaco Pd del centro mariano, e il portavoce dell'Arcigay di Napoli, Antonello Sannino. 

«Mai autorizzata la manifestazione. Ho appreso del Gay Pride dal web e sono stato messo davanti al fatto compiuto». Ha tuonato Amitrano, che ha poi spiegato: «Trovo quanto meno scorretto dover apprendere dal web che il 30 giugno si terrà il Pompei Pride 2018. Non è così che si procede», taglia corto il sindaco di Pompei nel suo comunicato ufficiale.

Non si è fatta attendere la replica di Antonello Sannino, che ha bollato l’interlocutore come scorretto, precisando di aver incontrato il sindaco Amitrano il 5 dicembre scorso, chiedendo nell’occasione il patrocinio morale, considerato che della sua autorizzazione non c’era bisogno dal momento che il diritto a manifestare è garantito dalla Costituzione italiana. «Ci aspettiamo che il sindaco del Partito Democratico, che ha sostenuto la Legge sulle Unioni Civili e il Biotestamento, sostenga il Pride». Ha spiegato Sannino, che ha precisato che in tutte le manifestazioni «le date le scelgono gli organizzatori mentre alle Istituzioni compete assicurare il sostegno ai cittadini che vogliono manifestare».

Alla fine Amitrano, apprezzato ampiamente dalla società civile pompeiana, nell’occasione della fiera difesa dell’iniziativa di impegnare i migranti negli Scavi archeologici di Pompei a sostegno del personale di ruolo, ha avuto nel caso del Gay Pride qualche inspiegabile incertezza, considerato che tutte le minoranze sociali (i migranti come gli omosessuali, transgender e bisessuali) rientrano nella tutela dichiarata dal Partito in cui milita e nella tradizione positiva di “Pompei città della pace”, fondata su un profondo spirito di accettazione del diverso e di tolleranza civile.

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