A cura della Redazione

Dovrebbe essere resa nota a breve la designazione - da parte della segreteria provinciale di Napoli del Partito Democratico - del dirigente locale prescelto al fine di gestire la campagna elettorale politica che a Pompei riveste anche un’importante funzione strategica. Perché la tornata elettorale del 4 marzo viene giustamente considerata dall’opinione pubblica pompeiana come la cartina di tornasole che sarà utile per verificare una volta per tutte (al di là delle dichiarazioni) la reale matrice politica dell’aggregazione di liste civiche a quella del partito di Governo del centrosinistra, che nelle amministrative ha designato il candidato a sindaco ed ottenuto il miglior risultato elettorale di coalizione.

Le voci danno per accreditata la nomina provvisoria di reggente del Pd del consigliere comunale Bartolo Martire, già componente della segreteria provinciale, su indicazione della consigliera regionale Loredana Raia. Ricordiamo che il Partito Democratico a Pompei è commissariato. Da tempo si doveva indire un congresso per dotarlo - con elezioni democratiche - di un gruppo dirigente. Ora la risoluzione di una designazione provvisoria non pare sia destinata ad incontrare forti contestazioni perché le numerose anime in cui si divide il partitodi Renzi, a Pompei, sembrano unite in vista di una campagna elettorale che si prevede oggettivamente difficile sul piano della governabilità generale del Paese.

Tutto da verificare l’impegno, alla prima prova importante, della formazione di amici e politici militanti che fanno riferimento diretto al sindaco Pietro Amitrano, in primis gli uomini e le donne della sua lista elettorale e quelli che lui stesso ha prescelto come collaboratori diretti e a cui ha affidato incarichi cittadini di prestigio. La verifica elettorale che arriverà con il voto del 4 marzo tenderà a chiarire una volta per tutte se l’amministrazione Amitrano rappresenta sul piano politico un valore aggiunto in termini di consensi elettoral,i con tutte le conseguenze e le relative responsabilità che una verifica del genere comporta per gli equilibri della coalizione.

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