A cura della Redazione

Due comunicati stampa - il primo dal comitato organizzativo del Pompei Gay Pride, il secondo della Questura di Napoli - hanno chiarito la piena disponibilità di entrambe le parti a trovare una soluzione condivisa riguardo al percorso della manifestazione che si terrà a Pompei il 30 giugno. “Non intendiamo sfilare nel deserto, i diritti civili non sono la periferia di nessuno”, è stata la risposta immediata del popolo LGBT nella riunione del 16 febbraio presso la sede del Forum dei Giovani, organizzata per decidere l’impostazione della piattaforma politico-programmatica con la nomina del comitato promotore e la discussione del tema centrale che riguarderà la laicità declinata nelle sue varie tematiche.

Riguardo al percorso del corteo, dopo il primo "no" ricevuto dalle autorità locali competenti in materia (sono attesi circa 20mila pellegrini, che sarebbero presenti in Santuario nella stessa data del Pride), i responsabili della manifestazione, hanno deciso di chiedere una differenziazione di orario della sfilata rispetto a quella precedentemente proposta, ribadendo la richiesta del passaggio per le strade del centro. “Non sfileremo nel deserto - fa sapere il comitato organizzatore - I diritti civili non sono la periferia di nessuno e non saranno la periferia di Pompei. Per questo vogliamo che il corteo passi per il centro cittadino”.

Di grande apertura democratica verso il diritto costituzionale a manifestare da parte degli LGBT, il comunicato della Questura di Napoli, che ha ribadito che non ci sarà “nessun divieto”, spiegando che la prima riunione riguardo al percorso, tenuta con gli organizzatori della manifestazione LGBT e l’amministrazione comunale di Pompei, "aveva uno scopo interlocutorio al fine di concordare, in piena sintonia, un percorso che possa salvaguardare il legittimo diritto a manifestare insieme alla tutela dei pellegrini che parteciperanno, in concomitanza al Pride, agli eventi religiosi del Santuario di Pompei".

Alla fine, facendo slittare di un’ora l’inizio del Pompei Pride, come è intenzione del comitato promotore, si dovrebbero conciliare entrambe le legittime esigenze rispettando l’indirizzo della Questura di Napoli.