A cura della Redazione

A partire da oggi dovrebbero fermarsi più o meno 30 iniziative in corso del Grande Progetto Pompei. Si parla di sospendere (o almeno rallentare) l’attività di cantieri, progettazioni, verifiche e collaudi e della programmazione ordinaria delle opere di restauro e messa in sicurezza nel sito archeologico.

Il motivo è collegato al licenziamento per scadenza di contratto di 16 componenti della Segreteria Tecnica. Vale a dire, avvisa la segreteria del sindacato Unsa degli Scavi di Pompei, che mancheranno alla guida dei cantieri i tecnici (in tutto 16 tra archeologi, architetti e ingegneri) che fino a ieri hanno rappresentato il fiore all’occhiello dell’intervento di rilancio del Parco Archeologico di Pompei. Cosa pensa il direttore generale Massimo Osanna relativamente al vuoto di professionalità che si è creata nel sito, non è dato saperlo. Si conosce invece il commento del segretario Unsa, Antonio Pepe, che con un comunicato ha dato l’allarme alla comunità civile locale e nazionale.

«Si tratta di 16 professionisti magnificati dal Ministro come super-esperti in restauro e valorizzazione dei beni culturali per poi essere abbandonati alla loro sorte». I suddetti funzionari saranno costretti ad abbandonare i progetti in corso di esecuzione, informa il sindacato autonomo dei dipendenti del Parco Archeologico vesuviano, che fa sapere che alla missiva del direttore generale del Parco spedita alla segreteria del Mibact con la richiesta di prosecuzione delle attività, al fine di non arrecare un danno al patrimonio archeologico, non è arrivata alcuna risposta.

Il sindacato Unsa ricorda che su 76 interventi finanziati del Grande Progetto Pompei solo 69 sono stati conclusi. Ad essi vanno aggiunti i cantieri aperti per la programmazione ordinaria e straordinaria di manutenzione e restauro. Tra i lavori che rischiano il blocco, figurano quelli di adeguamento, revisione e recinzione perimetrale degli Scavi di Pompei; quello di illuminazione perimetrale del Parco; la messa in sicurezza dei fronti di scavo delle Regiones I-III-IV-V-IX; quelli di adeguamento delle case demaniali a servizio dell'area archeologica (edificio di Porta Stabia e sistemazione aree esterne San Paolino, Casa Tramontano, Casina Pacifico e servizi annessi); i lavori di messa in sicurezza delle Regiones I, II e III; il progetto di restauro e valorizzazione del settore settentrionale di Torre di Mercurio; i Lavori di restauro della Casa Rosellino; il progetto di restauro dell'area delle Necropoli di Porta Ercolano a Pompei (Villa di Diomede). Ad essi si aggiungono 20 interventi programmati dalla Soprintendenza autonoma di Pompei.

Il segretario Pepe fa presente nel suo comunicato di aver sempre contestato la gestione di assunzioni di nuovo personale operata dal Mibact «perché contestualmente al licenziamento di 16 funzionari impegnati nella messa in sicurezza e restauro dell’area archeologica di Pompei, sono stati assunti, a tempo indeterminato, con Decreto Direttoriale del 15 febbraio 2018, 7 Assistenti Tecnici e Amministrativi operanti nelle aree colpite dal sisma nel Centro Italia del 24 agosto 2016».

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