A cura della Redazione

Potrebbero esserci problemi per gli ingressi di visitatori negli scavi archeologici di Pompei a causa del sit-in di operai delle pulizie fuori l’ingresso di Porta Marina, partito oggi e destinato a bloccare gli accessi nei prossimi giorni, qualora dalla vertenza sindacale non arriverà uno sbocco positivo.

I lavoratori chiedono garanzie su un nuovo bando d’appalto destinato a sostituire quello scaduto nel servizio di pulizie all’interno del Parco. La protesta è stata messa in atto con le bandiere rosse dell‘Unità Sindacale di Base, a riprova del disagio che vivono i lavoratori delle pulizie all’interno del sito archeologico più visitato d’Europa. Trentadue famiglie sono nell’incertezza del futuro perché il contratto della ditta Minopoli Vincenzo scade il prossimo 1 aprile (Pasqua) e nel frattempo non è stata ancora bandita una gara d’appalto.

Il direttore generale del sito archeologico vesuviano, Massimo Osanna, è all’estero. Ad incontrare stamane una delegazione di manifestanti è toccato alla direttrice del Parco, Grete Stefani, che non ha fornito praticamente nessuna informazione aggiuntiva sulla gara d’appalto né assicurato certezze sul futuro lavorativo dei manifestanti.

E’ incredibile che un museo archeologico a cielo aperto elogiato dal mondo intero per come ha saputo superare l’emergenza dei crolli con gare di restauro, efficaci ed efficienti per tempi e modi, sia poi incappato in un disguido su una materia di così basso profilo, nella quale si doveva semplicemente tener conto della scadenza del contratto per bandire una nuova gara.

A questo punto è certo che la manifestazione di protesta dei lavoratori continuerà almeno fino a quando non ci saranno comunicazioni che placheranno l’ansia delle loro 32 famiglie, mentre i dipendenti ancora in attività temono che con il nuovo appalto non venga garantita la piena occupazione degli operatori ecologici in servizio anche se l’esigenza reale comporterebbe necessariamente l’aumento (e non la riduzione) degli organici.

Il rappresentante dell’esecutivo regionale USB ha dichiarato che in mancanza di novità positive permarrà il presidio di protesta all'esterno degli scavi di Pompei, e potrebbe essere dichiarato a breve uno sciopero che potrebbe comportare un blocco totale del servizio e, di conseguenza, dell’ingresso al Parco, con ripercussioni negative sulle visite turistiche.

Insieme ai trentadue dipendenti della ditta di pulizia, protestano anche gli addetti al giardinaggio. Si tratta di sei giardinieri rimasti da tre mesi senza lavoro e senza stipendio perché la Direzione del Parco non ha provveduto ancora a bandire, anche in questo caso, una nuova gara.

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