A cura della Redazione

Siamo alla terza edizione di un’iniziativa che sta avendo molto successo a Pompei.

Il 16 maggio salperà dalla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia la nave che porterà lungo le coste della penisola sorrentina i ragazzi delle Opere di Carità del Santuario di Pompei.

Si tratta di una mini crociera che intende mettere nuovamente al centro dell’interesse del comprensorio storie e necessità di giovani con problemi dimostrando che c’è sempre l’opportunità da situazioni disagiate possano nascere delle opportunità.

Ecco perché riparte anche quest’anno “La Nave del Cuore”, il 16 maggio, la mini crociera del Centro Educativo “Bartolo Longo” del Santuario di Pompei.

Appuntamento alle 14.30 presso la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia. Si salpa alla volta di Sorrento dove i ragazzi saranno accolti dal Complesso Bandistico “Bartolo Longo-Città di Pompei”, dalla banda “Mosè Mascolo” di Sant’Antonio Abate, dalla banda “I corallini” di Torre del Greco e dal gruppo di majorettes “Le sailors”, per una festa che prevede la partecipazione dell’Arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, e del comandante della Capitaneria di Porto stabiese, Guglielmo Cassone.

Si viaggerà tutti insieme diretti a Sorrento sulla nave, offerta da Alilauro Grusond.

All’arrivo ci sarà l’accoglienza da parte dei sindaci dei Comuni della Penisola sorrentina insieme ai rappresentanti di altre istituzioni, ai quali i ragazzi dei centri educativi mariani doneranno una ceramica realizzata a mano, sui cui sono raffigurati la Madonna di Pompei, il Beato Bartolo Longo e la Nave del Cuore, a ricordo della giornata.

«Un pomeriggio trascorso sulla nave - ha detto Fratel Filippo Rizzo, direttore del Centro Bartolo Longo e organizzatore della manifestazione - in continuità con il carisma del nostro Fondatore Bartolo Longo, è un modo per regalare ai nostri giovani un momento di divertimento ma anche di ricordare a tutti, che a Pompei la carità non conosce soste».

L’evento è arrivato alla terza edizione. Intende rinnovare il dialogo tra le famiglie e le istituzioni locali, diffondendo esempi e storie positive, per dare voce a una generazione troppo spesso inascoltata, specie se inserita in contesti marginali e difficili, come le periferie delle nostre città.