A cura della Redazione

"Il Signore della Vita ci ha oggi ripetuto parole di vita: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro». E noi crediamo, caro Giuseppe, che il Signore stia mostrando al tuo sguardo terrificato il cielo nuovo e la nuova terra la dimora in cui la nostra Mamma celeste, la Beata Vergine del Rosario, ti sta accogliendo tra le sue braccia amorose per darti la vera pace”.

Queste le parole di fede e speranza, ma anche di sgomento, riguardo al male profondo di cui riesce in alcuni casi ad essere protagonista l’essere umano, che hanno concluso l’accorata e profonda omelia dell’Arcivescovo-Prelato e Delegato Pontificio di Pompei, Tommaso Caputo, recitata durante la messa per i funerali, del piccolo Giuseppe, di 7 anni, ucciso selvaggiamente a Cardito.

Le esequie si sono tenute oggi (2 febbraio) a Pompei, nella chiesa di San Giuseppe, in via Aldo Moro. Il piccolo Giuseppe è stato vittima della follia del patrigno Tony Essobti Badre domenica scorsa. A Pompei, nel territorio della parrocchia San Giuseppe dove si è svolto il funerale, risiede il padre del piccolo, Felice Dorice, mentre la madre Valentina Casa (presente al funerale) è sotto indagine da parte della Procura di Napoli Nord e risulta originaria di Massa Lubrense. Erano presenti alla cerimonia una folla enorme di persone, diverse autorità cittadine delle amministrazioni comunali coinvolte nella triste vicenda (Cardito, Massa Lubrense e Pompei), parenti della piccola vittima, tanto che nel quartiere di via Aldo Moro non si trovava più un posto per parcheggiare l’automobile. Presente sull’altare durante tutta la funzione don Giuseppe Ruggiero, parroco della chiesa di San Giuseppe. I funerali sono stati autorizzati solo ieri dall'autorità giudiziaria.

Oggi sono stati veramente tanti a porgere l’estremo saluto a Giuseppe, mentre ci si interroga su come la tragedia avrebbe potuto essere evitata se non ci fossero stati segnali ignorati da parte degli amici e dei familiari della coppia e dalle istituzioni.

"Non riesco a darmi una spiegazione a questa tragedia - ha dichiarato il padre del piccolo, residente a Pompei -. Non capisco tutta questa crudeltà nei confronti di mio figlio". Parole commoventi dell’omelia dell’Arcivescovo Caputo: “Il dolore stringe l’anima e ci toglie quasi il respiro. Siamo qui anche per trovare un conforto, una parola che getti una luce di speranza su questa vicenda tragica. Ma ciò che più serve, in questo momento, è il silenzio- ha dichiarato l’alto prelato ad una folla di persone che non avevano più lacrime da piangere -. Un silenzio che possa oltrepassare il frastuono, il clamore che è stato fatto attorno alla morte di Giuseppe. Un silenzio che ci aiuti a riflettere e, perché no, a piangere: possano le lacrime lavare il male e le ferite che ci portiamo appresso”.

Ha concluso proseguendo con l’invito alla preghiera: “L’unica che ci potrà aiutare a capire, che potrà far proseguire le nostre vite, nonostante questa grandissima sofferenza”.