A cura della Redazione

 Il nucleo antisofisticazione e sanità dell’Arma dei Carabinieri ha effettuato venerdì 16 agosto una visita ispettiva alla Casa di riposo “Carmine Borrelli” di Pompei, che avrebbe dovuto, secondo il deliberato del consiglio comunale, essere stata “evacuata” entro il 7 agosto con il trasferimento degli ospiti presso altre strutture similari del territorio per il periodo necessario dei lavori ad opera dall’Ente Autonomo Volturno. Vale a dire l’abbattimento della cappella (e relativa ricostruzione sul lato opposto) e parallela messa in sicurezza della palazzina di via Lepanto, dichiarata instabile da una perizia tecnica commissionata dall’Ufficio Tecnico Comunale di Pompei.

Parliamo dell'edificio che insieme alle altre proprietà immobiliari è stato lasciato in eredità dalla signora D’Arienzo ai poveri di Pompei, al fine di assicurare a loro una vecchiaia tranquilla e sotto tutela. Alla fine, per una serie di motivi, l’evacuazione è stata rimandata mentre è scesa in campo la Prefettura di Napoli (interpellata dallo stesso Comune di Pompei e dalla segreteria della Presidenza della Repubblica) che ha convocato il comitato per l’Ordine Pubblico per assicurare in primis la tutela degli anziani dell'ospizio, verificando l’idoneità della residenza sostitutiva. Il problema è che su una trentina di anziani obbligati a cambiare residenza, solo sei avrebbero la residenza pompeiana che comporta il sostegno economico stanziato dal Comune (50 mila euro) nel pagamento di una retta maggiore presso altre strutture. Gli altri anziani dovrebbero provvedere di tasca loro ad integrare i canoni maggiori.

Questo è lo scenario preliminare dell’ispezione dei Nas di venerdì scorso, che rientra in un’iniziativa di routine ma che capita a pennello ad indagare sull’idoneità di una struttura pubblica sotto i riflettori dei media per una serie di motivi molto dibattuti a Pompei tra quanti appoggiano l’iniziativa di risanamento finanziario dell’amministrazione Amitrano che tende (con la liquidazione dell’Aspide) a liberarsi del peso di un milione di euro di debiti mentre incede l’iniziativa urbanistica dell’Ente Autonomo Volturno, che prevede anche un intervento di trasformazione della palazzina di viale Lepanto, sede dell’Ospizio “Borrelli”.