A cura della Redazione
Libertà è partecipazione: inizia con questa canzone di Giorgio Gaber, cantata da Luigi De Carluccio, l’incontro con i cittadini dal titolo “Valori e comportamenti dell’agire pubblico”. Il vero scoop di questa iniziativa,però, c’è nel finale, quando interviene don Ciro Cozzolino e dichiara: “Da giovane ho militato nella FGCI (la federazione italiana dei giovani comunisti, ndr) durante il periodo del compromesso storico; mi occupavo del dialogo con il mondo cattolico, poi ho conosciuto il Vangelo e così ho scelto di diventare sacerdote”. Ma ritorniamo all’inizio, al primo intervento di Licia Accardo che sottolinea la necessità di “recuperare la passione per l’alta e l’altra politica attraverso la partecipazione, contro una presunta politica fatta di affari e favori che arricchiscono solo una casta”. Salvatore Sorpino, invece, pone l’accento sul fatto che il Partito Democratico ha modificato in pochi mesi il sistema politico, ma le scelte fatte per le liste non sempre si sono uniformate all’innovazione e al radicamento sul territorio. Luigi Caramiello, ordinario di Sociologia presso l’Università Federico II di Napoli, ha iniziato con una riflessione sulla nostra Costituzione: “E’ stato un fatto limitativo fondarla sul lavoro, sarebbe stato più giusto ed opportuno far riferimento alla ricerca della felicità, come in quella degli Stati Uniti, o ai diritti dei cittadini” e, passando alla politica, ha affermato che “il vero socialismo è stato quello di Tony Blair in Gran Bretagna, che ha portato tre milioni di persone dalla soglia della povertà alla classe media”. Vito Faenza, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, è intervenuto sul tema dei condizionamenti criminali sulle competizioni elettorali, sottolineando il fatto che in Campania ben 72 Comuni sono stati sciolti per tale motivo. E sull’emergenza rifiuti, che da oltre un decennio è presente periodicamente nella nostra regione, ha precisato che “su ogni cinque tonnellate di immondizia ce n’è una di rifiuti speciali nocivi”. Massimo Villone, docente di Diritto costituzionale presso l’Ateneo federiciano, ha esordito dicendo che “in politica la parola più usata ma meno praticata è il cambiamento; Prodi ha messo in pratica questa parola solo nella finanza pubblica ma non nella riduzione dei costi della politica. Infatti, la riforma del ‘99 aveva stabilito in dodici il numero dei ministri; nel 2001 Berlusconi li ha portati a quattordici e nel 2006 Prodi addirittura a diciotto e, nel complesso, il suo governo è arrivato ad un totale di centodue componenti, il numero più alto della storia repubblicana!”. Ha poi aggiunto che “se un docente di scuola media ha solo il suo reddito in famiglia, fa fatica ad arrivare a fine mese, mentre le retribuzioni pubbliche di alti burocrati superano il milione di euro all’anno” citando alcuni casi eclatanti nella Banca d’Italia, nella Rai e nelle Poste Italiane. Lello Ricciardi ha presentato don Ciro Cozzolino come “un sacerdote che ha fatto scendere la Chiesa in campo contro i mercanti di morte e gli uomini della camorra”, e Andrea Geremicca come “un importante dirigente nazionale del Pci, Ds, Pd, fondatore, con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dell’associazione Mezzogiorno Europa”. Geremicca, che ha concluso l’incontro, ha parlato dell’importanza della chiesa cattolica in Italia, che ha anche uno Stato, quello del Vaticano, ed una forza politica responsabile come il Pd, ha detto Geremicca, “deve tener conto di questa realtà e perfino della funzione fondamentale delle parrocchie, unico luogo dove ci si incontra e si dialoga, mentre i partiti purtroppo non lo sono più”. SALVATORE CARDONE