Nel tardo pomeriggio di ieri Palazzo Criscuolo apre alla città le sue due ante in legno dell’ingresso principale. La sede storica del municipio di Torre Annunziata gradualmente si anima attraverso la presenza di cittadini e anche di turisti stranieri che partecipano alla visita guidata dell’affascinante edificio ottocentesco. Ad accogliere gli ospiti l'associazione Rete di Ospitalità Diffusa ArevOd con Aldo Avvisati. A svelare i segreti del palazzo è Vincenzo Marasco, presidente del Centro Studi Storici "Nicolò D'Alagno". E’ il preludio dell’evento "Musica, cultura e arte a Palazzo Criscuolo", promosso dall’assessore alla Cultura Lina Nappo e realizzato dalla sede torrese dell’Archeoclub d’Italia “Mario Prosperi”.  

«Conoscere Palazzo Criscuolo è importante per i cittadini - sottolinea Lina Nappo nell’introduzione della serata – per farli sentire a casa, perché questa è la loro casa. Il nostro comune è contro ogni forma di violenza e soprattutto contro il genocidio in atto a Gaza. Per questo motivo ho voluto che ad aprire la manifestazione fosse Marziano Vicedomini, avvocato penalista e poeta». Vicedomini ha letto un suo testo sugli orrori della striscia di Gaza: «Giocano a tiro a segno su questa terra. Devono fare centro, centrare il bersaglio. Colpire la vita per uccidere la storia…».

L’evento poi entra nel vivo con “Roma in musica. Le tradizioni musicali romane e la loro eredità”. Mirella Azzurro, presidente dell’Archeoclub torrese, ne spiega l’essenza: «E’ un viaggio nel tempo, di un tempo in cui a Roma la musica accompagnava ogni momento della vita: banchetti, funerali, matrimoni, cerimonie religiose, trionfi militari, spettacoli teatrali e circensi. Gli strumenti più diffusi erano il flauto, il corno, usato in ambito militare, la cetra, il sistro, i crotali, simili alle nacchere, i tamburi. La musica – sostiene – ebbe anche una nuova funzione con la diffusione del cristianesimo, non più celebrativa ma contemplativa, basata sul canto vocale senza accompagnamento strumentale».

A far “parlare” gli strumenti musicali tre giovani artisti: Matteo Del Regno al piano, Michele Orazzo al flauto e il soprano Mariateresa Iannotti che hanno deliziato il pubblico con l’esecuzione di due pietre miliari della canzone napoletana, “Era de maggio” e “Torna a Surriento”, e con i classici “Lascia ch’io pianga” di Handel, “Mazurka opera postuma 67 n. 2” di Chopin e “Sonata per Flauto” di Bach.

Poi, con la collaborazione di Fabio Cannavale della Libreria Libertà, altri tre giovani musicisti si esibiscono in omaggio allo straordinario sassofonista torrese Elia Rosa: Dario Marinola, Paola Lanzetta e Luca Bifulco. Una pergamena con una menzione speciale in memoria di Elia Rosa viene consegnata a Carlo Piedepalumbo, vice presidente dell’Associazione “Amici di Elia Rosa”: «Per aver diffuso l’arte della musica come strumento educativo offrendo ai giovani stimoli forti e intensi».

Va bene la pergamena, ma Elia Rosa, come il nostro giornale in passato ha già avuto modo di sottolineare, andrebbe celebrato attraverso la riproposta del “Premio Elia Rosa”, concorso nazionale di esecuzione musicale riservato agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado. Una kermesse di notevole spessore culturale promossa per anni proprio dall’associazione “Amici di Elia Rosa” ed interrotta dalla pandemia. Carlo Piedepalumbo ha confermato la disponibilità dell’associazione nel riproporre il progetto anche in forma ridotta, ma ovviamente l’idea necessita di partner istituzionali e non. Insomma, un assist per l’amministrazione comunale.