Era sabato 15 agosto 1914 quando Rosario De Laurentiis e Giuseppina Salvatore si sposarono religiosamente a Torre Annunziata nella Basilica della Madonna della Neve. A celebrare il rito fu don Pasquale Carpentieri, con l’atto – redatto in latino – registrato al numero 28 di quella giornata. Due giorni prima, il 13 agosto alle 20:30, i due avevano già pronunciato il loro “sì” in municipio, davanti all’assessore Francesco Manfredi.
Lo sposo, ufficialmente registrato a Torella dei Lombardi (Avellino) con i nomi Rosario, Pasquale, Marco Aurelio, preferì farsi chiamare Aurelio, come attestato da successive firme e dalle etichette del pastificio che avrebbe aperto in via Murat nel 1920. Nato il 16 aprile 1881, Aurelio era figlio di Luigi De Laurentiis e Celestina De Laurentiis, entrambi originari di Torella.
La sposa, nata il 16 aprile 1886, era figlia di Agostino Salvatore e Raffaela Montella, entrambi torresi. Il suo nome completo era Giuseppa Luisa Anastasia. Una curiosità: marito e moglie condividevano la stessa data di nascita e, anni dopo, anche la figlia Rosa sarebbe nata il 16 aprile, rendendo i compleanni in casa De Laurentiis tre in un solo giorno.
Il matrimonio fu possibile grazie a un decreto dell’11 agosto 1914 del comandante generale della Real Guardia di Finanza, che concesse al brigadiere De Laurentiis il permesso di sposarsi. Aurelio, insofferente alla tradizione familiare che voleva i De Laurentiis avvocati o sacerdoti, si era arruolato a 18 anni. Dopo anni di servizio, la sua vita prese strade diverse: pastaio a Torre Annunziata, panettiere a Napoli e fotografo a Roma.
Giuseppina, invece, rimase il cuore della famiglia, celebre per i suoi ziti stufati preparati nelle ricorrenze per i sette figli, tra cui Luigi e Dino De Laurentiis, destinati a diventare figure di spicco del cinema italiano e internazionale.
Il ritrovamento del certificato di matrimonio – frutto di una lunga ricerca tra volumi non catalogati dell’ufficio anagrafe – ha permesso di ricostruire questa pagina di storia familiare. Trascritto su pergamena, è stato donato, tramite l’avvocato Nicolas Balzano, ad Aurelio De Laurentiis, omonimo del nonno, produttore cinematografico e presidente della SSC Napoli.
Aurelio e Giuseppina non sono solo protagonisti di un ricordo privato, ma rappresentano un capitolo delle radici torresi di una delle famiglie italiane più note al mondo.
Sulla famiglia De Laurentiis, il prof. Salvatore Cardone ha scriito il libro "Pasta, amore e fantasia. Le origini della famiglia De Laurentiis".