A cura della Redazione
Conoscere Giacomo Leopardi, le sue opere, la sua vita. Il grande poeta del “pessimismo” al centro di una serie di incontri di elevato spessore culturale. Ha preso il via venerdì 3 aprile il Seminario Leopardiano, diretto da Maria Elefante, assessore alle Politiche Formative e Culturali del Comune di Torre Annunziata, con la lezione inaugurale, tenuta da Antonio Carosella, Il poeta G.iacomo Leopardi e Napoli. Il seminario, la più recente iniziativa delle Feriae Oplontinae, si propone alla città con la caratteristica di essere itinerante. Le Muse Oplontine, infatti, viaggeranno per le scuole e i circoli culturali della città che vorranno ospitarle. Alla prima lezione, tenuta al Caffè Letterario presso il Circolo Professionisti e Artisti, alla presenza di un pubblico numeroso e qualificato, costituito in massima parte da giovani, seguiranno altri incontri. Il 23 aprile, si parlerà del lato sentimentale del poeta, “Giacomo Leopardi: le donne gli amori”, a cura di Raffaele Urraro, presso la scuola media “Pascoli”; il 7 maggio, la discussione verterà sulle “Inedite verità sul destino delle spoglie mortali di un poeta immortale”, con il professor Nicola Ruggiero, esperto leopardiano, presso l’istituto d’arte “de Chirico”; il 26 maggio, “La giovinezza nella poesia e nel pensiero di Giacomo Leopardi”, a cura di Lorenza Rocco, all’Isis “Pitagora”. La serie delle lezioni sarà suggellata da una serata dedicata alla recita dei Canti di Leopardi al chiaro di luna e sotto le stelle, con accompagnamento musicale, in uno dei luoghi più suggestivi di Torre Annunziata. La prima lezione è stata tenuta dal professore Carosella sulla base di alcune lettere inedite di Giacomo Leopardi, scritte dal poeta al padre, mentre era a Napoli negli anni dal 1832 al 1836. Ne viene fuori il rapporto conflittuale del poeta con la città partenopea, rapporto di odio e di amore. La città, che per le bellezze paesaggistiche, gli ha ispirato i canti più belli, per il clima ha giovato alla sua salute, nel contempo gli ha procurato infinite sofferenze. Le lettere aprono uno spaccato nella vita quotidiana del poeta; mostrano le sue ansie per la ricerca affannosa di un alloggio, a prezzo esoso e a condizioni da capestro. Troppo difficile la vita per il poeta, in una metropoli caratterizzata, già allora, da un popolo che vive di espedienti, da circoli culturali dall’accesso difficile, da editori, definiti ladri, e dalla Chiesa cattolica, retriva e conservatrice, che censura Le Operette Morali, impedendone la pubblicazione. Interessante l’intervento, a questo proposito, della professoressa Maria Elefante, che ha confrontato il Leopardi con il poeta latino Lucrezio, anche lui materialista e osteggiato dalla cultura ufficiale. Eppure Cicerone stesso, fiero avversario dell’epicureismo, divenne l’editore dell’opera di Lucrezio, perché ne apprezzò l’alto valore artistico. Quindi Cicerone comprese che la poesia di Lucrezio, sebbene i contenuti fossero poco condivisibili dai conservatori, non andava censurata. Lungimiranza degli antichi rispetto ai moderni? Con questi spunti, si è dilungato un dibattito stimolante ed intreressante per i giovani presenti in sala, che hanno avuto l’occasione di ascoltare una lezione di altissimo livello. ENZA PERNA