A cura della Redazione

Il paesaggio come valore identitario è la premessa all’iniziativa della direzione del Parco Archeologico di Pompei di proporre l’itinerario delle giornate di primavera del FAI “Alla ricerca del paesaggio perduto” a Pompei, Oplontis, Stabia e Boscoreale nella ricerca di affreschi, strutture abitative e ricostruzioni fedeli di parchi e giardini.

Lo scopo è di riprodurre il profilo identitario del paesaggio antico vesuviano. L’itinerario proposto parte da Pompei (piazza Anfiteatro). Si visita prima la Palestra Grande. Si prosegue nella Casa del Frutteto, la Casa degli Amorini Dorati e la Casa della Fontana Piccola fino a raggiungere l’Antiquarium.

La visita continua, poi, fuori Pompei, nella villa di Poppea, a Torre Annunziata, all’Antiquarium di Boscoreale e si conclude a Villa San Marco a Castellammare di Stabia, da dove lo sguardo abbraccia golfo, isole e Vesuvio. Un paesaggio verosimilmente lo stesso di duemila anni fa. Partendo quindi dalla Palestra Grande di piena età augustea, si nota la delimitazione esterna di un muro merlato. L’interno ha un grande cortile con portici, colonnati e piscina centrale. Un doppio filare di platani in corrispondenza dei tre bracci porticati ripropone le stesse piante di un tempo che è stato possibile identificare dai calchi delle radici antiche. La Casa del Frutteto è formata ad atrio e deve il suo nome alle pitture di giardino di terzo stile. Da esse si apprende la nozione del verde delle case pompeiane abitate da uccelli multicolori ed abbelliti da arredi vari. Vi sono raffigurati anche vari alberi da frutto che testimoniano le specie arboree presenti all’epoca.

La Casa degli Amorini Dorati è una domus a peristilio di ceto medio agiato, con bei pavimenti a mosaico e pitture parietali di terzo e quarto stile. Prende il nome da particolarissimi dischi di vetro ornato sul retro da una sfoglia d’oro su cui era incisa la figura di un amorino.

Di essi resta, dopo i bombardamenti dell’ultima guerra, solo un esemplare frantumato. La villa era probabilmente di proprietà di un uomo raffinato, dato il gusto con cui era arredata, i marmi del giardino, gli oggetti di antiquariato ed i quadretti del peristilio.

L’attuale ricostruzione del giardino ha ripristinato l’antica geometria delle aiuole cercando di ricreare la stessa ambientazione di prima, quando la moda d’abitare si raccordava costantemente alla natura. La Casa delle Fontana Piccola (nella foto) a doppio atrio prende nome dalla splendida fontana-ninfeo del peristilio. La successione degli ambienti mette in evidenza l’alto stato sociale del padrone di casa. Sull’atrio si aprono quasi tutte le stanze. Il giardino-peristilio è dotato di elegante decorazione parietale in quarto stile con paesaggi, edifici marittimi ed una splendida fontana ninfeo composta di mosaici a pasta vitrea e conchiglie. Il dipinto con scena di giardino e paesaggio fluviale con edifici sacri e figure che circonda la fontana conclude il percorso di visita.   

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