A cura della Redazione

Ricordare il 1898 e la prima rivolta proletaria che attraversò l'Italia da Milano a Napoli. E’ questo che Angelo Abenante ha illustrato nel suo ultimo libro dal titolo “1898: la rivolta del pane”, presentato a Palazzo Criscuolo a Torre Annunziata.

Sono intervenuti il sindaco Vincenzo Ascione; Enrica Morlicchio, docente dell’Università Federico II di Napoli; e Gianfranco Nappi, già deputato e direttore della rivista “Infinitimondi”. 

Abenante ha ricoperto, fino agli anni ‘80, importanti cariche politiche. È stato consigliere comunale e provinciale, deputato e senatore della Repubblica del PCI, nonché presidente regionale della Lega delle Cooperative e sindacalista della CGIL. 

«Sono onorato di avere qui con noi Abenante - afferma il primo cittadino -, personaggio dai grandi valori politici e umani, che ha fatto, e continua a fare, tanto per la nostra comunità. Dovremmo prendere esempio dai nostri concittadini del passato di cui parla nel suo libro, che si ribellarono e lottarono uniti contro le ingiustizie del tempo. Molto spesso è l’egoismo a prevalere, mentre bisognerebbe ritornare ai valori di uguaglianza e fratellanza». 

«Ringrazio il sindaco Ascione per aver promosso insieme a noi questa manifestazione - dice Gianfranco Nappi -. Con la nostra rivista vogliamo contribuire a mantenere aperta una discussione sulle scelte che vengono fatte nella società per cercare di proporre dei cambiamenti positivi. Sotto questo aspetto – continua – il tema della memoria è fondamentale e dobbiamo ringraziare Angelo per lo straordinario lavoro che ha fatto con i suoi libri per mantenerla viva».

«I personaggi e le vicende ad essi legate, di cui Angelo Abenante parla efficacemente nel suo libro - afferma Enrica Morlicchio -,  rappresentano una forma di lotta delle classi operaie nella sua fase embrionale. Una lotta per il diritto al lavoro e per il diritto di poter accedere ai beni necessari per la sopravvivenza».

«Il periodo che sta vivendo l’Italia è particolarmente complicato - afferma l’ex dirigente del PCI -. E’ necessario ricercare strade nuove affinché si possa tornare ai principi sani degli anni passati, ed io cerco di portare avanti questa battaglia attraverso la scrittura. Se siamo qui a parlare e a discutere in maniera pacifica e democratica, lo dobbiamo anche ai personaggi di cui parla il libro, che si sono battuti e hanno sofferto per far sì che venisse instaurata una forma di democrazia. L’eredità che loro ci hanno lasciato – conclude Abenante – va coltivata e protetta».   

Lo scrittore, a margine della presentazione, si è intrattenuto con cittadini e vecchi compagni di partito, apponendo dediche autografate sui libri distribuiti. 

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