A cura della Redazione

«Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra.
Ci possono calpestare,
ci possono eradicare, gassare,
ci possono bruciare,
ci possono ammazzare,
ma come i fiori noi torniamo comunque sempre...»

Amari e dolenti i versi di questa poesia, ma al tempo stesso aperti alla piena consapevolezza che non ci sia abisso dal quale la vita non risalga trionfante a ricomporre l’infranto, sempre e comunque. Parole toccanti perché sincere, capaci di arrivare direttamente al cuore.

Ed è partendo da esse che il Preside Felicio Izzo ha portato il saluto di alunni e docenti del Liceo Artistico de Chirico di Torre Annunziata ai convenuti alla “Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti del Mondo”. Un incontro di celebrazione e ricordo, tenutosi venerdì scorso presso il Museo delle Civiltà, in quel di Roma, e conclusosi con la premiazione dei vincitori del concorso nazionale “Vittime civili di guerre incivili: il dramma dei conflitti attraverso gli occhi delle vittime”, cui hanno partecipato gli alunni dell’Istituto oplontino. Il loro video, intitolato “Il rumore del silenzio”, ha tratto ispirazione da Guernica, il grande capolavoro di Picasso, opera tra le più rappresentative dell’immane tragedia costituita dalla storia del XX secolo.

Poco più di tre minuti di filmato che hanno saputo commuovere per intensità, sensibilità, ma soprattutto capacità di trasmettere in maniera incisiva e toccante il senso di lacerante dolore che ogni sopruso, ogni offesa arrecata al genere umano reca in sé. Testimonianza, tale capacità, di una non comune sensibilità, ancora più apprezzabile in ragazzi che seppure fortunatamente cresciuti lontano da guerre e distruzioni morali e materiali, hanno saputo cogliere, elaborare e comunicare, un messaggio così importante. Frammenti, fotogrammi, susseguirsi di suoni e parole che riaccendono la memoria sul cammino di dolore di una umanità che ha il diritto dovere di non dimenticare, anche se spesso la memoria è fatica. Poche sequenze che lasciano senza fiato e spossano l’animo: il rumore delle esplosioni, il persistere acre e penetrante nell’aria di nubi di polvere da sparo, miste a calcinacci di edifici distrutti, le urla di gente atterrita, i passi disperati ed imploranti di una madre con in braccio la sua creatura morente, il correre scalzo di una bimba dalla pelle in brandelli. Graffiti, simboli da imprimere nella coscienza, perché la memoria che si dischiude dai simboli raffigurati da Picasso in Guernica e reinterpretati dagli studenti, è patrimonio degli uomini, è il monumento in cui ne sono custodite le idealità. E il riflettere sull'immane catastrofe che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai nostri piedi, è un assoluto, ineludibile imperativo morale.

Quando scorrono i titoli di coda, l’emozione e la meraviglia per come dei ragazzi di oggi abbiano saputo invitare a combattere l’indifferenza e raccontare il dovere della memoria, si fanno concrete. Partono allora lunghi, convinti, intensi, applausi; il Liceo de Chirico è vincitore assoluto della sezione video. Un premio che accende una luce di gioia negli occhi stupiti degli studenti torresi, un riconoscimento che sancisce l’impegno di una scuola nella quale, da sempre, si respira profumo di condivisione, si guarda alla dimensione del bello come componente essenziale dell'educabilità umana, al saper comunicare col cuore e per immagini, coniugando passato e presente con il sogno, la visione  d ciò che sarà. Tratti salienti della leadership educativa espressa dal dirigente scolastico, della sensibilità e dell'universo simbolico del Liceo de Chirico per il quale, non a caso, il motto ispiratore è “Il profumo ha un seme antico”.

E allora vale la pena di rivolgere uno sguardo attento al filmato e, per una volta, di citarli tutti questi ragazzi: Angela Aquino, Anita Buondonno, Nicola Caiazzo, Francesco Di Leva, Nicholas Izzo, Maria Staiano, Beatrice Talamanca, il cui lavoro è stato affettuosamente e professionalmente guidato dai professori: Clelia Di Palma, Alfonso Lavorante, Michele Papa. E’ proprio vero, “Il futuro ha un seme antico".

BIAGIO SOFFITTO