A cura di Anna Casale

Pulcinella trova casa. Nasce a Napoli, in vico Pazzariello 15, la “Casa delle Guarattelle”, intitolata a Nunzio Zampella, anima napoletana del teatro delle figure fino agli anni settanta, inaugurata in occasione del “Maggio dei monumenti”, quest’anno dedicato al diritto alla felicità.

Sarà questo uno spazio aperto a tutti, che con una fitta programmazione di spettacoli farà riscoprire e conoscere alle vecchie e nuove generazioni, una delle più antiche forme di teatro di strada a cui non è mai stato dato il giusto “splendore”.

L’arte dei burattinai, le cui radici possono essere fatte risalire all’Antico Egitto, trova terreno fertile nel territorio partenopeo nel sedicesimo secolo con il nome di guarattelle, termine dialettale derivante da guarattino, cioè burattino, pupazzo di stoffa, manovrato con le dita di una mano. Un teatro nel quale i burattinai o guarattieri, erano essi stessi degli attori, perché ai pupazzi sulla scena bisognava dare una voce con la giusta intensità.

Una delle famiglie di pupanti napoletani più importanti è stata quella dei Corelli che alla fine dell’Ottocento ha trovato in Torre Annunziata il luogo d’ispirazione ideale.

Capostipite di questa famiglia fu Nicola Corelli, discendente di Giuseppina Errico, pupante conosciuta come “Donna Peppa” e di Salvatore Petito, uno dei più famosi e popolari Pulcinella napoletani. Adelaide, la figlia di Petito, sposò Fausto Corelli, ufficiale borbonico che per amore rinunciò alla carriera militare per dedicarsi al teatro. Dalla loro unione nacque Nicola, il quale, appreso dai nonni il mestiere di pupante, nel 1880 si trasferì a Torre Annunziata con la sua famiglia, fondando due teatri: uno di prosa, il “teatro Corelli”, oggi conosciuto come “Politeama”, l’altro di pupi e marionette in via Fortuna, che dopo qualche anno fu trasferito al Corso Umberto I.

Ultimo erede di questa forma teatrale è Lucio Corelli, detentore di un patrimonio non solo materiale composto da pupi, marionette e manoscritti d’epoca ma anche culturale per la propria conoscenza ed esperienza in quest’arte.

La famiglia Corelli ha reso attraente un mondo, quello cavalleresco d’altri tempi, da sempre meramente relegato ai libri sui banchi di scuola.

Nel 2011 è nata l’Associazione Culturale Corelli con lo scopo di tutelare quest’arte e cercare di mantenerla viva con orgoglio, tramandandola alle nuove generazioni.