A cura della Redazione

«Che cos’è il Mezzogiorno?» Mimmo Della Corte lo chiede al pubblico della Cripta. Ma aveva già rivolto questa domanda in passato ad altre persone, quelle di buona volontà che scelgono di partecipare ad eventi come “Giornata del Brigante”.

Mimmo Della Corte è un giornalista, scrittore e saggista torrese (autore, tra l’altro, di “Supersud”) che probabilmente ha speso parte della sua sapiente esistenza a cercare di rispondere alla domanda iniziale. E confida alla platea che una risposta, forse, non esiste. Mezzogiorno potrebbe essere un’invenzione di chi da un paio di secoli a questa parte ha deciso di disporre a suo piacimento del meridione d’Italia, sfigurandone i lineamenti e depredandone l’identità. Potrebbe, appunto.

In “Giornata del Brigante”, oltre a Mimmo Della Corte, della cosiddetta “questione meridionale”, ne ha parlato anche Antonio Ballarati, storico e autore del “Il Regno perduto”. L’intellettuale calabrese è convinto che l’orgoglio di essere uomini e donne del Sud e la ricerca della verità nei fatti del passato, potranno favorire il processo di identificazione dei veri interpreti del “nostro” futuro. Le letture di Giuseppe Moretto, Anna Vitiello, Mariarosaria Izzo, Laura Inserviente e Marianeve Vitiello hanno ricordato ai presenti, elencandoli, tutti i primati del Sud. Quelli di quando l’Italia non era ancora unita. L’intervento del maestro Giancarlo Amorelli, invece, ha consentito di scoprire la figura di Costantino Palumbo, musicista e compositore, nato a Torre Annunziata il 30 novembre 1843, affermatosi come uno dei pianisti italiani più talentuosi di fine ottocento.

Il “brigante” è stato, infine, raccontato in versi e musica dalla compagnia “Frizzi e Lazzi”, guidata da Vincenzo Tortora, che ha realizzato un testo di Ludovico Molinari, “Sospiri e canti”. Seducente e trascinante la performance che ha concluso l’ennesimo appuntamento di notevole spessore culturale andato in scena in un luogo di autentica suggestione. Il Progetto Cripta ha promosso l’evento in collaborazione con le associazioni “Centro Studi Nicolò d’Alagno” e  “Fenice Vulcanica”. A Nello Collaro il compito non facile di collegare i vari interventi.