A cura della Redazione

Mercoledì 18 settembre Aula Magna Auditorium del Liceo dell’Arte e della Comunicazione “Giorgio de Chirico” in Torre Annunziata: Maurizio Pallante in “La Felicità Sostenibile”.

Fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, egli racconta il suo cammino verso la Teoria della Decrescita, partendo dalle sue esperienze ambientaliste degli anni Ottanta. “Realizzavo già allora - afferma -  che l’alternativa ai combustibili fossili non poteva essere esclusivamente legata all’utilizzo dei fonti rinnovabili, ma anche e soprattutto alla riduzione degli sprechi”.

E’ necessario dunque ridurre gli sprechi, il consumo inutile. La crescita economica, che troppo spesso si identifica con il benessere, viene misurata dalla quantità di merci e servizi prodotti e scambiati, cioè con il PIL (Prodotto Interno Lordo). Questo indicatore, che è diventato un dogma della nostra economia, è una falsa misura del benessere, in quanto esistono molte merci e servizi che non determinano miglioramenti reali della qualità della vita.

Le merci che non apportano un reale miglioramento alla vita dell’uomo non possono definirsi beni ma sono, sostanzialmente, sprechi.  Esiste  un’alternativa  a questo stato di cose? Sarebbe necessario concentrarsi sulla produzione efficiente di beni, ossia di merci buone, utili, curando di ridurre anche il loro impatto ambientale.

In questo contesto assumono molta importanza strumenti come l’autoproduzione e lo scambio di beni non mercantili, il dono, la reciprocità e la solidarietà.

La decrescita è proprio questo: da un lato la diminuzione della produzione di merci che non sono beni, ossia che non recano un effettivo miglioramento qualitativo della nostra vita; dall’altro l’aumento della produzione di beni che non sono merci.

Recessione e Decrescita Felice sono due termini spesso confusi. Pallante ci dà due definizioni precise: “La Recessione è la diminuzione incontrollata e generalizzata della circolazione delle merci - prosegue -; la Decrescita è, invece, la riduzione selettiva e controllata della produzione e della circolazione delle merci che non sono beni, ma piuttosto, sprechi”.

Il Preside Felicio Izzo è intervenuto dicendo che i sostenitori della Decrescita affermano che la crescita economica, intesa proprio come accrescimento costante del Pil, non porta ad un maggiore benessere, e che il miglioramento delle condizioni di vita deve essere ottenuto non con l’aumento  della produzione e del consumo di merci, bensì con il miglioramento dei rapporti sociali, umani, della qualità ambientale, della collettività e del tempo liberato. La Decrescita, quindi,  non è la crescita negativa, pertanto sarebbe meglio parlare, allora, di  “Acrescita”.

Pallante ha continuato il discorso dicendo che siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un’altra logica. Una Decrescita che può essere felice solo se non  subita, se nasce da una scelta consapevole e che, se sperimentata,  dimostra di saper dare i suoi buoni   frutti.

Una grande parte dell’Umanità si è già messa in cammino per reinventare un modo più critico e consapevole di esistere. Un percorso inverso, dove manualità e tradizioni possono  salvaguardare il nostro destino, per essere liberi dai condizionamenti telematici senza risultare disinformati e operare scelte ecocompatibili, come il riciclare, riparare.

Autoprodurre non deve essere l’eccezione ma la regola per stare meglio. Dove lo spazio per esistere è uno spazio dettato dal dialogo e non dalla mercificazione dei rapporti; dove  quel “De” davanti al termine crescita, non è svilente ma è la linfa vitale di un altro paradigma, quello della rinascita di un nuovo Umanesimo e della riscoperta basata sulla ragionevolezza.

Ognuno deve trovare la propria misura e il proprio equilibrio, deve ridurre al minimo la propria dipendenza dal mercato, dalle attività inutili e dagli sprechi.

Il gruppo LArS Crew,  formato da alunni dello stesso istituto, ha allietato la serata con la sua musica.