A cura di Anna Casale

Per la religione cristiana il 2 febbraio ricorre la festa della presentazione di Gesù al tempio, conosciuta anche come giorno della Candelora. Celebrazione che ha in sé, oltre i precetti religiosi, legami precristiani, tradizioni popolari legate alla fine dell’inverno.

Nel Vangelo di Luca, leggiamo che il bambino Gesù fu portato, quaranta giorni dopo la nascita, al tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe, come richiesto dalla legge giudaica (una donna dopo il parto di un bambino era considerata impura per quaranta giorni e doveva offrire al tempio, come sacrificio, un agnello e una giovane colomba). Poiché a Dio si offriva ogni primizia, questo valeva anche per ogni primogenito maschio.

Simultaneamente era previsto anche il rito della purificazione della madre. Ovviamente Maria non avrebbe avuto bisogno di farlo, ma lasciò ugualmente un'offerta in segno di obbedienza ai precetti. Per questo motivo, fino alla riforma del Concilio Vaticano II, la Candelora era la festa della Purificazione della Beata Vergine Maria.

Al tempio l’anziano Simeone riconobbe Gesù come il Messia, “la Luce che avrebbe illuminato le genti”. Pertanto, la liturgia cattolica prevede la benedizione delle candele, come il simbolo di colui che illumina l'umanità, le quali vengono conservate in casa da fedeli e accese per invocare l’opera divina.

Legati alla credenza religiosa della festività vi sono riti che appartengono a cerimonie precristiane. Quella celtica, Imbolc, in cui si celebrava l'allungamento della durata del giorno, la fine dell’inverno e l'arrivo della primavera, accendendo lumini e candele e quella in uso nell’antica Roma in onore della dea Februa o Giunone Februata (derivante dal latino februare che significa “purificare”), in suo onore venivano svolte processioni con fiaccole accese, percorrendo la città, come simbolo di luce e purificazione.

Al di là dell’aspetto religioso, la Candelora, secondo tradizione è l’ultima giornata utile per smontare il presepe ma segna anche il cambiamento climatico. Il finire dell’inverno e l’avvicinarsi della primavera. Per il mondo contadino è il giusto periodo per fertilizzare i terreni.

Nella credenza popolare il tempo (meteorologico), il giorno della Candelora stabilisce il clima del periodo a seguire. E a questo titolo un proverbio napoletano recita: Quanno arriva ‘a Cannelora d’a vernata simmo fora, ma si chiove o mèna viento, quaranta juorne ‘e male tiempo ( quando arriva la Candelora dall’inverno siamo fuori,  ma se piove o tira vento, quaranta giorni di mal tempo).