A cura di Luisa Raia

In occasione dell’unica tappa nel Mezzogiorno del Giro d’Italia, si è svolta, lo scorso 13 maggio a Guardia Sanframondi (Bn), un’iniziativa promossa dall’Osservatorio permanente del Centro Storico di Napoli - sito Unesco, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche dei comuni di Torre Annunziata, di Terzigno e del Parco Nazionale del Vesuvio.

Si è trattato di un gemellaggio culturale, paesaggistico, naturalistico, turistico ed enogastronomico, volto alla valorizzazione e promozione dei territori coinvolti.

Durante la 3 giorni promossa dall’Osservatorio, sono stati presentati i progetti degli studenti che hanno lavorato alla realizzazione di video e di cataloghi illustrativi delle bellezze delle nostre zone.

Qualche giorno fa, abbiamo raggiunto telefonicamente il dott. Gabriele Di Napoli, residente a Torre Annunziata, responsabile dell’Osservatorio Unesco del Comune di Napoli, per farci raccontare le iniziative finora svolte e quelle future da mettere in atto.

Tra le tante iniziative dell’Osservatorio, il concorso "Cittadini del sito Unesco" spicca per essere un progetto che si rivolge soprattutto ai giovani. Perché è importante coinvolgere le scuole e gli studenti in queste tematiche?

“Il concorso, avviato per la prima volta nel 2015, ha inteso supportare e promuovere processi formativi e creativi per sviluppare e rafforzare la consapevolezza dell’immensa ricchezza dei nostri territori ed è rivolto proprio ai giovani, perché essi sono le “sentinelle” ed i custodi degli immensi tesori archeologici, paesaggistici, naturalistici ed enogastronomici delle nostre realtà.

È importante che i ragazzi capiscano che le nostre sono risorse che vanno tutelate ma soprattutto fatte conoscere. Il concorso ha visto, nel primo anno, la partecipazione di 14 scuole. Man mano, gli istituti coinvolti nelle edizioni successive, sono arrivati sino a 40, a testimonianza dell’entusiasmo e dell’impegno con cui sono state accolte e sviluppate le tematiche Unesco”.

Quali scuole, in particolare del comune di Torre Annunziata, hanno partecipato al contest?

“Gli studenti degli istituti Parini, Leopardi e Pascoli di Torre Annunziata, coinvolti sin dalla prima edizione del concorso, hanno lavorato alacremente, riuscendo a realizzare progetti di spessore, come l’individuazione di itinerari culturali nelle diverse zone della città; essi, a loro volta, sono divenuti spunto per l'organizzazione di gemellaggi tra scuole, con lo scambio di visite d'istruzione condotte dagli studenti nel ruolo di guide. I ragazzi, per la prima volta nelle vesti di ‘cicerone’, hanno quindi potuto raccontare ai “colleghi” di altri istituti le risorse e le potenzialità dei propri territori.

A tale riguardo, va sottolineato il supporto logistico dell’Eav (Ente Autonomo Volturno), che, nell’organizzazione delle gite tra scuole nei vari comuni coinvolti, ha messo a disposizione autobus gratis per il viaggio degli studenti. I progetti finali, realizzati sotto forma di video o cataloghi, vengono poi presentati al grande pubblico in una mostra che l’Osservatorio organizza ogni anno l’ultima decade di maggio al Maschio Angioino”.

Rafforzare il senso di consapevolezza nei giovani, maggiore sensibilità verso le reali risorse dei nostri territori. Di quali altri ingredienti c’è bisogno per far sì che le nostre ricchezze territoriali siano conosciute e sviluppate a sufficienza?

“Si consideri che la Campania è la seconda regione d’Italia per siti Unesco - ce ne sono ben 9 -. C’è tanto da tutelare e valorizzare ma soprattutto molto lavoro da fare.

Si potrebbe, ad esempio, pensare di realizzare un unico grande itinerario paesaggistico ed archeologico di tutti i siti Unesco della Campania, creando quindi un progetto che abbia sembianze permanenti e non episodiche. Torre Annunziata, in particolare, potrebbe e dovrebbe sfruttare gli attrattori turistici di Ercolano e Pompei, inserendo, ad esempio, la visita alla Villa di Poppea come tappa fondamentale di un tour archeologico vesuviano.

Risulta infine necessario che le istituzioni facciano rete tra gli Enti e le imprese private, specie quelle del settore della ristorazione e alberghiero, per la valorizzazione anche delle risorse enogastronomiche territoriali, con prodotti identitari unici”.

(Foto di Carlo Aceto)