A cura della Redazione

La Squadra Mobile della Questura di Napoli, in collaborazione con la Squadra Mobile di Prato, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea - a carico di quattro esponenti del disciolto clan camorristico dei "Sarno" di Ponticelli. Sono ritenuti responsabili dei reati di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, che si sono avvalse delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire il contesto criminale in cui è maturato l’omicidio di  Paolo Colaiacolo, ucciso il 19 giugno 1998 all’interno di una sala giochi del quartiere di Ponticelli. Nella circostanza la vittima fu sorpresa dai sicari, che giunsero a bordo di un'auto, mentre era intenta a giocare ai videopoker.

L’omicidio - in base alla ricostruzione degli inquirenti - fu deciso da Antonio Sarno e Ciro Esposito, all’epoca dei fatti reggenti del clan e materialmente eseguito da Vincenzo Cece, Antonio Tubello e Nicola Martinez.

Il fatto delittuoso si colloca nell’ambito di un contesto di particolare fibrillazione vissuto, all’epoca dei fatti, dal clan Sarno e causato dalla scissione dal gruppo della fazione legata ad Antonio De Luca Bossa, antico alleato che dichiarò guerra ai propri sodali con un gesto clamoroso e tragico, ossia l’esplosione dell’automobile su cui viaggiava Luigi Amitrano, affiliato e nipote dei fratelli Sarno, cagionandone la morte.

Colaiacolo, secondo le risultanze investigative, fu ucciso perché, dopo la tragica morte di Amitrano, si schierò apertamente con il clan rivale dei Sarno, quello "De Luca Bossa"

Martinez e Tubello, rispettivamente di 60 e 50 anni, entrambi napoletani, sono stati catturati nel quartiere di Ponticelli mentre Antonio Sarno (39 anni), figlio di Ciro, attuale collaboratore di giustizia e, all’epoca dei fatti, capo indiscusso del clan, è stato catturato a Prato - in Toscana - dove si era stabilito da qualche anno.

Cece (47 anni), infine, è stato raggiunto dall’ordinanza in carcere, dove era già detenuto per altra causa.

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