A cura della Redazione

Carabinieri e Polizia di Stato stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli a carico di 40 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di reati aggravati dal metodo mafioso, che vanno dall’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti alla detenzione e spaccio di droga e alla detenzione e porto di armi, comuni e da guerra.

Nel corso delle indagini operate su due filoni investigativi convergenti, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea ed eseguite dai carabinieri della Compagnia Vomero e dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, sono state messe in luce le attività del clan camorristico dei “Lo Russo” operante in tutta l’area nord del capoluogo campano, e sono state accertate le responsabilità degli affiliati al clan “dei capitoni” in ordine al traffico e spaccio di stupefacenti e individuati narcotrafficanti che operavano sfruttando canali di fornitura esteri.

Le indagini si sono avvalse anche delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia un tempo ai vertici dello stesso sodalizio criminale (Mario Lo Russo, Carlo Lo Russo, Antonio Lo Russo e il suo braccio destro Claudio Esposito)

Identificati gli spacciatori al dettaglio di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano e nel rione Don Guanella. Documentati inoltre alcune centinaia di episodi di spaccio. Sequestrato l’arsenale del clan. In un borsone, durante un intervento ad alto impatto con perquisizioni per blocchi di edifici, rinvennero armi oliate ed efficienti e circa 1.000 munizioni, un deposito di armi in piena regola pronto ad armare un commando per azioni di fuoco degne di scenari di guerra composto da un kalashnikov, un fucile a pompa, tre fucili a canne mozze e un sovrapposto, una calibro 45 e una Colt MK4, due revolver calibro 38 e due pistole semiautomatiche, tre giubbotti antiproiettile, due caschi integrali e passamontagna.

La Squadra Mobile ha individuato i narcotrafficanti che, oltre a rifornire le piazze di spaccio gestite dal clan Lo Russo, pagavano al medesimo clan una tangente mensile di 10.000 euro per poter vendere, in nome e per conto proprio, la sostanza stupefacente anche alle altre organizzazioni criminali.

I Carabinieri della Compagnia Vomero hanno invece ricostruito la partecipazione degli indagati alle attività dell’associazione camorristica, in particolare allo spaccio di droga e ad azioni di fuoco per il controllo o il predominio sul territorio, la custodia e la cura delle armi del clan.

Tra gli arrestati spiccano le figure di Damiano Pecorelli e Salvatore Angelo Miraglia, legato da vincoli di parentela alla famiglia Lo Russo, definiti dai collaboratori di giustizia trafficanti di elevato spessore con importanti contatti con il Sud America, e di Ettore Bosti, nipote di Patrizio Bosti (figura apicale del clan Contini) che in alcune occasioni ha rifornito Carlo Lo Russo di grossi quantitativi di sostanza stupefacente, poi ceduta alle numerose piazze di spaccio, gestite direttamente dal clan.

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