A cura della Redazione

Giovedì 11 gennaio, alla Domus Ars di Napoli ,ore 19.30, si terrà uno straordinario concerto di Fiorenza Calogero intitolato “Il Canto della Sirena suggestioni alla napoletana”, nell’ambito del Festival internazionale del ‘700 Musicale Napoletano, a cura dell’associazione Domenico Scarlatti, ad ingresso gratuito.

Sul palco Fiorenza Calogero sarà accompagnata alla chitarra battente dal musicista Marcello Vitale e, sarà l’occasione per ascoltare dal vivo l’incredibile voce di Fiorenza con brani come Palummella zompa e vola,  Lu Cardillo, Lo Guarracino,  Vurria addiventare, ‘O diavolo s’arrecrea e tante altre.

In quest’occasione Fiorenza parlerà anche del suo nuovo disco Live in Napoli, prodotto da lei stessa per Migrazioni Sonore e da Alfonso La Verghetta per Italy Sound Lab, registrato nel settembre del 2016 nell’ambito del Festival “Imago Mundi” diretto da Giulio Baffi.

«Per me "Il canto della Sirena" rappresenta ciò che Napoli mi ha trasmesso attraverso la sua musica, fondamentale per la mia formazione artistica e la mia carriera - spiega l’artista - . Seguirò un filo rosso che dalla Villanella cinquecentesca conduce alla moderna canzone d'autore, soffermandomi sui capolavori della Scuola Napoletana del Settecento e su Carlo D'Angiò, musicista contemporaneo, scomparso di recente, che ha lasciato un segno profondo nella mia anima.»

“Live in Napoli”, il suo quinto album, è un dono che Fiorenza ha voluto regalarsi dopo un periodo legato alla salute un po’complicato e ha affidato la presentazione del disco a Giulio Baffi, scritta all’interno del booklet.

«Settembre di un anno non lontano. La musica incontra gli spazi di una cittaÌ€. EÌ€ l’emozione e la voce di Fiorenza Calogero – racconta Giulio Baffi - . Lo stupore nello spazio antico e bellissimo del grande ed antico salone del Museo Gaetano Filangieri, diventato accogliente sala da concerto per una delle serate del mio Imago Mundi. Costruisco incontri per dare voce alle pietre, al passato, alle storie di tempi lontani che illuminano il nostro presente. “Fiorenza canta Napoli” eÌ€ momento magico per il pubblico che affolla lo spazio. Tanta gente per una occasione che non si ripete. Le sedie, tutte occupate, non bastano. C’eÌ€ chi resta in piedi e chi prende posto sedendosi sopra i gradini delle scale. La voce giunge pura e perfetta in ogni angolo. Scuola grande quella di Fiorenza Calogero- continua - , cresciuta con grandi maestri ed attenta a lasciare il suo segno nella memoria di chi la ascolta. Napoli ha donato canzoni al suo ed al nostro tempo, ma c’eÌ€ chi le ha traghettate con voce capace di fermarle nella memoria trasformandole in parole che non si dimenticano. Il concerto di Fiorenza Calogero eÌ€ una sorpresa anche per chi ne conosce le doti straordinarie che ogni volta sapranno stupire. Si passa con agilità dai motivi che la tradizione ha reso solidi come pietre sonore alle canzoni vicine alla nostra storia quotidiana. Sussulti e conferme. “Lo suricillo” eÌ€ ricamo che appena si muove per lievitare leggero, “Lo guarracino” eÌ€ epopea mille volte cantata eppure sorprendente ogni volta, “Lu cardillo” fa piangere il cuore in segreto. Ma le canzoni che Enzo Avitabile le ha regalato perché  le portasse lontano nell’aria, sono struggimento appassionato non meno di quanto non lo siano quelle di E.A. Mario, di Raffaele Viviani o di Carlo D’AngioÌ€, maestri di grande sapere. Fiorenza canta e sorride - conclude -  guarda il pubblico e sa di stare costruendo scale su cui arrampicarsi per salire in alto verso un cielo che ha i colori misteriosi del suono. Avverto, tra il pubblico che trattiene il respiro, il brivido della felicitaÌ€ e della malinconia, della passione e del dolore, della vittoria e della sconfitta. Contrasti che si fondono e si esaltano nel suo canto».   

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