A cura della Redazione

Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione del Commissariato di Polizia "S. Carlo Arena", ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari, nei confronti di diciotto soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma, ricettazione, con l’aggravante della finalità mafiosa. Sedici persone sono finite in carcere, due ai domiciliari (entrambe donne).

Le indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, hanno consentito di acquisire numerose fonti di prove su promotori e affiliati del clan Vastarella che, negli ultimi anni, ha affermato la propria leadership nel quartiere Sanità, ricorrendo frequentemente all’uso della forza -anche mediante l’allontanamento fisico dalle proprie abitazioni di soggetti ritenuti affiliati o contigui alle organizzazioni criminali rivali - e delle armi, rendendosi protagonista di scorribande armate all’interno del popoloso quartiere napoletano, in ogni ora del giorno e della notte.

L’attività investigativa, fondata su intercettazioni ambientali e telefonicche, oltre che sulle dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire l’attuale operatività del gruppo criminale diretto negli anni da Raffaele Vastarella (detenuto dal 2014) e poi dal fratello Patrizio unitamente al figlio Antonio.

Proprio Patrizio Vastarella, già condannato per la sua affiliazione al clan Licciardi di Secondigliano, scarcerato nel luglio 2015, è tornato nel quartiere Sanità ed è riuscito a riaffermare il suo potere criminale, forte dell’appoggio dei suoi familiari (il figlio Antonio, il nipote Fabio, la stessa moglie Dora Staterini, i nipoti Alessandro e Raffaele Ciotola e Mike Korkoi) e dell’alleanza con la Masseria Cardone.

Sono state ricostruite le fasi degli scontri armati con il clan Esposito-Genidoni (culminati nella purtroppo nota strage delle fontanelle dell'aprile 2016, in cui rimase ferito anche Alessandro Ciotola, anch'egli colpito dalla misura cautelare) e con il clan Sequino, che hanno fatto registrare, negli ultimi due anni, un clima di vera e propria faida contrassegnato da episodi di inaudita violenza.

In particolare, l’ascesa di Patrizio Vastarella è stata favorita dalla eliminazione, portata a compimento dal gruppo di fuoco di Carlo Lo Russo, di Pietro Esposito, esponente di vertice dell’omonimo clan, ucciso il 15 novembre del 2015.

Indebolito il clan Esposito-Genidoni, dalle perdite subite e dai provvedimenti restrittivi eseguiti dalla magistratura,  i Vastarella hanno esteso la loro supremazia sul territorio del quartiere Sanità dando inizio ad una nuova faida, tuttora in corso, con altri clan rivali della zona.

Tra gli indagati raggiunti dal provvedimento restrittivo figura anche Daniele Pandolfi, di recente scampato ad un agguato camorristico in cui ha perso la vita Antonio Bottone; Salvatore Basile, transitato nelle fila del clan Vastarella e proveniente dal clan rivale Esposito-Genidoni; tre donne tra cui la moglie del capo clan Patrizio; ed infine soggetti già tratti in arresto per detenzione di armi, come Antonio Stella.

Le attività di intercettazione hanno consentito di fare luce anche su una vicenda estorsiva contrassegnata dalla consueta omertà tipica dei contesti camorristici.

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