La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia -, a carico di tre soggetti, esponenti del clan camorristico dei “Lo Russo”, operante nei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano. Sono ritenuti responsabili di omicidio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, delitti aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla DDA aprtenopea, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Luigi Cutarelli, 23 anni, Ciro Perfetto, 22 anni, e Vincenzo Carrino, 24 anni, indagati per l’omicidio di Raffaele Stravato consumato a Marianella il 23 ottobre del 2015. L'uomo aveva 39 anni.
Le dichiarazioni del capoclan Carlo Lo Russo, ora collaboratore di giustizia, e soprattutto del suo uomo di fiducia Mariano Torre, che di recente ha maturato anch'egli la scelta di collaborare con la giustizia, riscontrate dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di far piena luce sul movente dell’efferato delitto, sui mandanti e sugli esecutori materiali, destinatari del provvedimento restrittivo eseguito questa mattina.
La decisione di uccidere Stravato fu presa dallo stesso Carlo Lo Russo, il quale, scarcerato e assunto le redini del clan, aveva deciso di punire la vittima colpevole di essersi schierata al fianco di alcuni affiliati capeggiati da Salvatore Scognamiglio - ucciso nel 2011 - che, all’epoca della reggenza di Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore, avevano messo in discussione la leadership di quest’ultimo dopo la decisione del padre di collaborare con la giustizia.
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