La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia -, a carico di quattro soggetti, esponenti del clan camorristico dei “Lo Russo”, operante nei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, aggravati dal metodo mafioso, associazione per delinquere di stampo camorristico e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Antonio Buono, 28 anni, e Ciro Perfetto, 22 anni. Sarebbero loro i responsabili dell’omicidio di Vincenzo Di Napoli (25 anni), ucciso a Miano il 9 dicembre 2015.
Le dichiarazioni del capoclan Carlo Lo Russo, collaboratore di giustizia, e soprattutto del suo uomo di fiducia Mariano Torre, anch'egli pentitosi, riscontrate dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di far piena luce sul movente dell’efferato delitto, sui mandanti e sugli esecutori materiali.
Stando alle indagini, la decisione di uccidere Di Napoli fu presa da Perfetto il quale temeva che la vittima, che aveva partecipato all’omicidio di Genny Cesarano (il 17enne ucciso per errore alla Sanità), potesse “tradirli”. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figurano anche Antonio Montepiccolo, 32 anni, che aveva il compito di accompagnare Carlo Lo Russo nei suoi spostamenti, di custodire le armi del clan, di fornire supporto ai membri del gruppo di fuoco nella esecuzione degli omicidi e di confezionare la sostanza stupefacente da vendere nelle piazze di spaccio rientranti sotto il controllo del clan; e Antonella De Musis, 33 anni, punto di riferimento per i componenti del gruppo di fuoco ai quali forniva supporto logistico e materiale prima e dopo la commissione degli omicidi.
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