«Stesa» in via Chiatamone a Napoli dell'8 aprile scorso, arrestato il presunto autore. All’esito di una indagine coordinata dalla VII Sezione della Procura della Repubblica di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Rosa Volpe e dal sostituto procuratore Ludovica Giugni, la Compagnia Carabinieri di Napoli Centro ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di un indagato. L'uomo è gravemente indiziato di detenzione e porto illegale di armi.
L’indagato, un giovane residente a Ponticelli che non ha precedenti penali, nel tardo pomeriggio dell’8 aprile si era recato, insieme alla propria compagna, in uno dei ristoranti del lungomare di Napoli, affidando il proprio scooter a due parcheggiatori abusivi che gestivano la sosta in via Chiatamone. Al termine del pranzo, tuttavia, si accorgeva di essere stato vittima del furto del ciclomotore e, per questa ragione, iniziava un vivace litigio con gli abusivi, colpevoli, a suo dire, di non collaborare alla restituzione del mezzo.
L’uomo e la donna si erano pertanto allontanati a bordo dell’autovettura di un conoscente contattato nella circostanza, per poi farvi ritorno dopo circa un’ora, alle 20.30 circa. Infatti, sceso dal veicolo, una Fiat Panda, l’indagato impugnava una pistola recuperata per l’occasione e iniziava una folle sparatoria per intimidire i parcheggiatori e fare scontare loro il furto patito, incurante dei numerosi passanti che, a quell’ora, erano intenti a passeggiare lungo la centralissima strada. L’esplosione dei numerosi colpi (il sopralluogo effettuato dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli permise di repertare 6 bossoli a fondo percosso “S&B 03-16” calibro 9x21), alcuni dei quali sparati anche ad altezza d’uomo come documentato dai danni riportati da alcune autovetture parcheggiate in quel tratto di strada, generava il panico tra la gente, che si riversava sul lungomare, spintonandosi e ribaltando i tavolinetti all’esterno dei ristoranti. In pratica fu panico totale. Solo dopo aver esaurito l’azione di fuoco, il giovane saliva a bordo dell’autovettura con cui era arrivato e si dava alla fuga.
La scena veniva registrata dalle telecamere degli impianti di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali, che, analiticamente studiate dagli investigatori, hanno permesso di risalire al modello dell'auto. Incrociando questo dato con le targhe catturate dai lettori elettronici del Comune di Napoli, si è poi risaliti all’identificazione del conducente del veicolo. Da qui, grazie allo studio delle informazioni sul conto di quest’ultimo, contenute nelle banche dati delle forze di Polizia, e negli archivi delle Stazioni Carabinieri, si è infine riusciti a dare un volto e un nome all’indagato.
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