Cordoglio dell'Ordine dei Medici di Napoli per la morte di un chirurgo di 40 anni, colpito da una infezione da pneumococco fulminante. Il professionista sanitario lavorava presso una struttura della provincia di Napoli ed era ricoverato da alcuni giorni al Cotugno. «Vorrei che arrivasse alla famiglia del collega scomparso prematuramente un forte messaggio di cordoglio da parte dell’intera categoria che rappresento». A parlare è Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e segretario generale della Federazione Nazionale dei Medici di Medicina Generale (FIMMG). «Apprendo dai media del gesto di grandissima generosità - dice Scotti - per la autorizzazione della donazione degli organi, donando un cuore nuovo ad un piccolo paziente. Lavorare per salvare delle vite è la missione di ogni medico e non poteva esserci modo più appropriato per continuare l’opera di un medico e onorare la memoria di chi purtroppo non è riuscito a vincere la battaglia contro la malattia».
Scotti sottolinea poi come questa morte debba far riflettere tutti sull’esigenza di ripensare ai passi compiuti negli ultimi anni. «Si è tanto discusso di obbligo o meno - dice - purtroppo approfondendo poco i passi necessari per garantire nell’interesse pubblico la disponibilità di vaccini che possono salvare una vita, anche e soprattutto nei confronti di chi, come i medici, è spesso esposto a grandi rischi di contagio. In questo senso - prosegue Scotti - va dato atto alla ministra Giulia Grillo di aver mostrato sensibilità al tema, partendo dalla necessità di cominciare a discutere del recupero vaccinale per il morbillo anche negli adulti. Come medico ritengo che sarebbe opportuno rialzare la guardia, offrire gratuitamente un vaccino come quello anti-pneumococco, che oggi è già presente negli studi dei medici di famiglia ma solo per gli anziani over 65 o ai soggetti con determinate patologie».
Per Scotti, aver escluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale la disponibilità, per le categorie esposte a rischio (medici e professioni sanitarie), del vaccino anti-pneumococcico è stato ed è un errore. «Non possiamo permettere che chi lavora a stretto contatto con i pazienti non possa contare su una offerta di copertura completa, aspettandoci che continui la sua opera con la donazione degli organi post-mortem e non semplicemente continuando ad assistere con dedizione professionale tutti i pazienti nel corso di una vita che qualcuno potrebbe definire “più fortunata”, ma che io amo definire più normale».
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