A cura della Redazione

Questa mattina, nell’ambito dell’attività istituzionale di repressione dei reati predatori, personale della Squadra Mobile, Sezione Antirapina, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa in data 24 giugno 2019 dal Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Gennaro Panacciodi 55 anni; Ciro Caso, di anni 39; Antonio Caccavalllo, di anni 35; Rosario Lucente, di anni 58; Salvatore Prinnodi anni 36; Ciro D’Ambrosio, di anni 62, Salvatore Troise, di anni 45; Franco Raiola, di anni 37; e Benedetto Ricci di anni 77, tutti con precedenti penali,  ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro il patrimonio con la tecnica del buco, rapina aggravata, furto aggravato, porto e detenzione di armi comuni da sparo.

Il 22 giugno ultimo scorso gli stessi soggetti sono stati destinatari di un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Settima Sezione, ha avuto inizio a seguito di un tentativo di rapina commesso, il 27 febbraio 2019, in danno di un ufficio postale di corso Vittorio Emanuele, con la cd.”tecnica del buco”. Nell’occasione sono stati acquisiti importanti elementi investigativi che hanno consentito di individuare alcuni soggetti dediti stabilmente alla commissione di rapine in danno di istituti bancari ed attività commerciali, con la citata tecnica.

All’esito di un’intensa attività investigativa, è stata quindi  accertata l’esistenza di una strutturata ed importante organizzazione criminale all’interno della quale sono stati individuati i ruoli ed i compiti assegnati ai vari sodali. Il citato gruppo criminale era organizzato e diretto da Rosario Lucente e da Gennaro Panaccio, che avevano il compito di individuare gli obiettivi da colpire e gestire la fase operativa delle singole azioni criminali, impartendo disposizioni ed assegnando compiti ai diversi associati. Fondamentali sono state anche le figure criminali di Salvatore Prinno e di Ciro Caso, esecutori materiali degli eventi delittuosi. Gli altri soggetti invece avevano mansioni secondarie, ma pur sempre propedeutiche all’esecuzione dei diversi reati (scavatori dei cunicoli, “pali”, procacciatori di base logistiche). A tal riguardo importante, nonostante l’età, era il ruolo di Benedetto Ricci, soggetto molto esperto nell’esecuzione delle rapine con la cd. “tecnica del buco”, che aveva il ruolo di individuare gli obiettivi da colpire ed osservare, in occasione sia dei lavori propedeutici, che dell’esecuzione delle rapine, l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. 

Ai citati soggetti vengono contestati i seguenti episodi criminali:

tentata rapina commessa in data 27 febbraio 2019, consistita nell’eseguire lavori di scavo del sottosuolo in prossimità dell’ufficio postale sito in corso Vittorio Emanuele, fino a giungere ad una distanza di poche decine di centimetri dai locali e nell’eseguire sopralluoghi finalizzati a verificare la presenza di eventuali telecamere di sorveglianza ovvero di altri ostacoli alla fuga, atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale.

Furto commesso in data 12 aprile 2019 in pregiudizio dell’esercizio commerciale  di tabacchi  sito in piazza Nicola Amore laddove, dopo avere eseguito lavori di scavo nel sottosuolo, si sono introdotti all’interno, impossessandosi della cassaforte a muro contenente valori bollati ed effetti cambiari in bianco del Poligrafico dello Stato. 

Tentata rapina commessa in data 15 maggio 2019 ai danni dell’Ufficio Postale sito in via Bellini, dove erano stati eseguiti lavori di scavo nel sottosuolo in prossimità del predetto ufficio postale attestanti il compimento di atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale.Rapina consumata il 4 giugno 2019 in danno di un ufficio postale di questa via Pontano, dove, mediante minaccia, consistita nel puntare una pistola all’indirizzo dei dipendenti e nell’intimare alla direttrice di aprire la cassaforte, si impossessavano della somma di 30 mila euro circa, allontanandosi poi attraverso un foro praticato nel pavimento;

Rapina consumata l’11 giugno 2019 in danno della gioielleria “Trucchi” sita in via Santa Caterina a Chiaia dove mediante minaccia, consistita nell’immobilizzare un dipendente dell’esercizio commerciale e nel puntare al suo indirizzo una pistola e mediante minaccia, consistita nel puntare la pistola all’indirizzo degli agenti di Polizia successivamente intervenuti, si impossessavano di numerosi orologi di valore ed oggetti preziosi custoditi all’interno della cassaforte, del valore di oltre  800 mila euro.

In questi due ultimi episodi è stata contestata agli indagati, in concorso tra loro, la detenzione e il porto di armi comuni da sparo.

L’11 giugno scorso, poche ore dopo la rapina consumata in danno della gioielleria Trucchi, presso un appartamento sito nel quartiere Ponticelli, all’esito di un rocambolesco inseguimento sui tetti degli stabili del cd. “Lotto 0”, è stata rinvenuta parte della refurtiva asportata dai rapinatori.