A cura della Redazione

Ustionate con l'acido. L'aggressione è stata subita da due sorelle, di 17 e 24 anni, residenti nel quartiere Sanità a Napoli. Si trovavano in strada nella notte tra domenica e luendì quando sarebbero state avvicinate da tre ragazze in corso Amedeo di Savoia. Sarebbero giunte a bordo di scooter guidati da altrettanti giovani. Poi si sono date alla fuga sui motocicli.

Le due sorelle sono state ricoverate al reparto Grandi Ustionati del Cardarelli, con bruciature al volto e alle braccia. Fortunatamente le loro condizioni non sono gravi ma comunque hanno rischiato di subire conseguenze ben peggiori, soprattutto al viso. L'acido infatti è stato cosparso sulle guance di entrambe (una a destra, l'altra a sinistra) e sul naso di una delle due vittime, non interessando le zone oculari.

Ad indagare è la Squadra Mobile di Napoli. Sembra esclusa la pista di un gesto maturato in ambienti criminali. Forse si è trattato di una sorta di "punizione" a seguito di una lite. Saranno gli inquirenti ad accertare la dinamica e soprattutto il movente del folle gesto.

Quanto successo segue un altro episodio che riferisce il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha visto protagoniste ancora delle ragazzine poco più che adolescenti. Venerdì sera, infatti, si è verificato un violento schianto fra uno scooter, andato completamente distrutto, e un’auto tra il corso Amedeo di Savoia e le Rampe di San Gennaro dei Poveri. "In sella al motorino tre ragazze, due 15enni e una 16enne - dice Borrelli -. Dalle prime ricostruzioni viaggiavano anche senza casco e su un mezzo sprovvisto di assicurazione e già sottoposto a sequestro, venendo da una strada percorsa in controsenso. Una è in prognosi riservata".

“Le giovani ragazze sono la nuova frontiera della criminalità e violenza - evidenzia il consigliere ecologista -. Troppi giovani vivono senza regole e senza coscienza in una sorta di deriva sudamericana che vive il nostro territorio. Non si preoccupano di nulla, fanno ciò che vogliono e, così facendo, mettono a repentaglio la propria vita e quella degli altri. C’è bisogno di punizioni severe, e le famiglie devono risponderne. Non si chiedono dove sono figli, cosa stanno facendo, che fanno in giro in tarda notte? Vanno educati loro in primis, solo così, forse, qualcosa inizierà a cambiare".

Borrelli poi prosegue: "Il 50% dei detenuti minorenni inseriti in un percorso di recupero sono campani. Intanto, però, se le condanne continuano a essere super lievi anche per gli omicidi o i tentati omicidi, le cose andranno sempre peggio. Emblematica è l'ennesima super riduzione di pena per i ragazzini che per un pelo al Vomero non uccisero un 15enne a cui fu colpito un polmone. In primo grado le pene variarono con condanne che andavano dagli otto anni e sei mesi ai sei anni. All'appello le pene sono state ridotte a due anni e otto mesi e un anno e dieci mesi. D'altronde anche il pistolero di Qualiano era stato condannato a pochi anni di carcere per aver commesso un omicidio. Il risultato - conclude Borrelli - è che è tornato a sparare e a tentare di uccidere di nuovo. Se la vita di una persona vale due anni di galera è evidente che gli omicidi aumenteranno”.