A cura della Redazione

Carte carburante di una azienda clonate, denunciato un 26enne napoletano.

Il rappresentante legale di una società con sede ad Acerra, in provincia di Napoli, si è rivolto alla Polizia di Stato per la clonazione e l’indebito utilizzo di alcune carte carburante elettroniche aziendali.

Gli investigatori della Sottosezione Polizia Stradale di Fuorigrotta hanno iniziato le indagini alla ricerca di chi avesse sottratto dal conto corrente bancario intestato alla ditta dun importo di circa 12.000 euro, con  27 operazioni fraudolente effettuate con le carte carburante clonate.

I poliziotti, attraverso la compagnia petrolifera, sono riusciti ad individuare i distributori dove era avvenuto l’acquisto del carburante riuscendo così a ricostruire gli eventi. Inoltre, dall’analisi delle immagini di videosorveglianza acquisite e da altre fonti di prova raccolte, hanno notato un autocarro Fiat Ducato furgonato, di colore bianco e con targa di nazionalità polacca, il cui conducente era solito rifornire due cisterne dalla capienza di circa 1.000 litri cadauna, poste all’interno dello stesso, utilizzando come metodo di pagamento delle carte di credito utilizzate in maniera fraudolenta.

Lo scorso venerdì i poliziotti hanno intercettato e controllato il veicolo nei pressi dello svincolo Tangenziale di Fuorigrotta, rinvenendo nel vano di carico due cisterne di plastica, con una capacità di 1.000 litri cadauna, mentre nell’abitacolo vi erano altre due taniche di plastica di 10 litri cadauna, per un carico effettivo totale di 1.920 litri di carburante, 8 ricevute di carburante ed il telefono cellulare del conducente.

L’uomo, un napoletano di 26 anni, è stato denunciato per la falsificazione di carte di credito nonché sanzionato per violazioni della normativa per il trasporto di merci pericolose, l’inidoneità del veicolo per il trasporto delle sostanze e la mancanza di autorizzazioni, con ritiro della carta di circolazione e della patente di guida ai fini della sospensione.

Ulteriori indagini sono in corso per individuare le persone che hanno subito altri addebiti fraudolenti per l’acquisto del carburante sequestrato e per accertare, mediante l’analisi dei dati desunti dallo smartphone, in che modalità sono avvenuti i pagamenti, avendo notato che i codici per poter concludere illecitamente gli acquisti di carburante erano stati inviati al 26enne attraverso chat dell’applicazione denominata “Telegram” a seguito di un pagamento effettuato attraverso ricarica di bitcoin.