A cura della Redazione

Altri due arresti per l'omicidio di Gelsomina Verde, avvenuto 19 anni fa a Napoli. Un delitto becero, brutale, stigma di quanto possa essere "bestiale" la camorra.

La Polizia di Stato, su delega della DDA partenopea, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere - emessa dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli - a carico di Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, alias “'o Vichingo”. Contestata ai due indagati anchel’aggravante della premeditazione e del metodo mafioso in quanto commesso allo scopo di avvantaggiare il clan Di Lauro.

Gelsomina Verde fu uccisa il 21 novembre 2004 (aveva 21 anni), nel corso della nota faida del 2004-2005 tra il clan Di Lauro e gli scissionisti Amato-Pagano, che ha interessato i quartieri cittadini di Secondigliano e Scampia ed i comuni di Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano.

L’omicidio colpì notevolmente l’opinione pubblica sia per le efferate modalità di esecuzione, in quanto la vittima fu sparata alla testa e poi bruciata all’interno di un’auto, sia per la sua estraneità agli ambienti criminali. La ragazza "pagò" il suo legame sentimentale con Gennaro Notturno, alias “'o Saracino”, esponente di spicco degli “scissionisti”.

Per il medesimo episodio sono stati già condannati Pietro Esposito, che aveva condotto la giovane all’appuntamento con i suoi assassini, e Ugo De Lucia, ideatore e partecipe alla esecuzione materiale dell’agguato in qualità di responsabile di uno dei gruppi di fuoco attivi durante la faida per conto dei Di Lauro.

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, riavviate nel 2020, grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di acquisire indizi nei confronti di Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi. Sarebbero stati loro, per gli inquirenti, a sequestrare ed assassinare la donna.

Pasquale Rinaldi è stato rintracciato presso il suo domicilio sito a Castelvolturno (CE); mentre Luigi De Lucia è stato tratto in arresto a Massa Carrara, dove era già ristretto agli arresti domiciliari per altro.