A cura della Redazione

Sono passate meno di 48 ore dal risultato elettorale delle Politiche che ha sancito la vittoria nel centrosud del M5S e al Nord della Lega, e all'interno del Partito Democratico ci si interroga sui motivi che hanno portato alla pesante sconfitta dei Democratici, con una perdita di milioni di voti rispetto alle Europee del 2014, dove il partito di Renzi superò il 40 per cento dei consensi. Colpa di Renzi? Dello stesso Pd che non ha saputo intercettare il disagio sociale di milioni di persone che vivono sull'orlo della povertà, anche se negli ultimi governi di centrosinistra gli indicatori macroeconomici siano molto migliorati rispetto a cinque anni fa?

Lo abbiamo chiesto a Mario Casillo, capogruppo dei Democratici alla Regione Campania, uomo di punta del Partito Democratico campano. 

«Niente alibi per nessuno, la colpa di questa sconfitta è di tutti noi - commenta Casillo -. Ma allo stesso tempo non possiamo sottrarci a quel senso di responsabilità che anima la nostra voglia di ripartire, auspicando un confronto vero, guardandosi negli occhi, dicendo apertamente quello che pensiamo e che vogliamo per far rinascere questo partito.

Piuttosto che fantasticare teorie politologiche solo per ottenere poche righe di visibilità sulla stampa, sarebbe opportuno rivolgersi ai diretti interlocutori nelle sedi opportune. Questo atteggiamento non fa bene alla politica e non fa bene al Partito Democratico.

Dobbiamo ripartire dai nostri straordinari militanti, dal confronto con la gente, dal rapporto con i territori. La spasmodica ricerca di un capro espiatorio per scaricarsi la coscienza è un segnale inequivocabile di chi non ha compreso la portata di questo voto.

In questa campagna elettorale - continua Casillo - abbiamo continuato a raccontare di come il Paese sia migliorato rispetto a cinque anni fa, di come gli indicatori macro-economici ci dicono che in Italia la disoccupazione scende, l’occupazione sale, i redditi migliorano e che la nostra voce in Europa è autorevole. Tutto giusto.

Quello che non abbiamo compreso è la percezione che la gente che vive al Sud ha della nostra Italia. Un popolo che continua ad arrancare, in difficoltà, uscito da una crisi economica spaventosa e che in parte trova speranza in promesse di assistenzialismo che difficilmente potranno essere mantenute.

Siamo una comunità che non si è mai arresa - conclude l'esponente del Pd - e nel momento del bisogno ha saputo trovare la forza, unirsi e ripartire ancora più forte di prima. Lo stiamo già facendo, con umiltà, passione, senso di responsabilità e impegno per riconquistare la fiducia degli italiani».

Un'autocritica quella di Casillo e nel contempo l'indicazione di un percorso per riconquistare la fiducia del popolo di centrosinistra, che non ha visto più nel Partito Democratico il baluardo per la difesa delle categorie più deboli.