A cura della Redazione

La Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise ha dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su beni mobili ed immobili, nonché su conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Antonio Carfora (dimorante a S. Maria a Vico).

Il sequestro preventivo disposto si fonda sulla accertata, consistente sproporzione fra la capacità reddituale dell'uomo e del suo nucleo familiare e le effettive disponibilità patrimoniali e finanziarie a questi riconducibili.

In particolare, il provvedimento ha riguardato 40 fabbricati (tra cui 5 a destinazione commerciale) ubicati nei comuni di Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello, 6 terreni per una estensione di 15.000 mq circa, un'autovettura di lusso (marca LANO ROVER DISCOVERY 3.0 TDV6), disponibilità finanziarie per 185.000 euro, quote di partecipazioni di una società immobiliare e di un'azienda operante nel settore della compravendita di abiti da cerimonia denominata "Mondo sposi".

Nel febbraio 2015 Carfora era stato oggetto di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dal G.I.P. del Tribunale partenopeo, essendo stato ritenuto responsabile di usura, estorsione, abusivo svolgimento di attività bancaria, aggravati dal metodo mafioso.

In particolare, gli esiti delle investigazioni avevano disvelato un'intensa attività usuraria ed estorsiva, tra gli anni 2005 e 2009, svolti con sistematicità ed a livello imprenditoriale, accompagnata da continue richieste vessatorie, esercitate sulle persone offese, vittime di gravi e frequenti atti di violenza ed intimidazione, volti al recupero del capitale e degli esosi interessi praticati. Il timore delle gravi ritorsioni minacciate e le enormi risorse finanziarie richieste, a fronte dei prestiti elargiti, hanno determinato un progressivo aggravarsi della situazione economica dei debitori, i quali, seppur inizialmente reticenti, posti di fronte alle evidenze probatorie, hanno ammesso i fatti.