A cura della Redazione

Arrestata banda di falsari a Torino: intascavano oltre 4 milioni l’anno con assegni circolari contraffatti

L’indagine è partita nell’aprile 2015, quando la direttrice di una filiale bancaria di Torino denuncia alla Polizia il caso di un assegno circolare incassato fraudolentemente: il gruppo Criminalità Organizzata Comune e Sicurezza Urbana della Procura di Torino, inizia una puntigliosa attività di analisi di alcuni conti correnti intestati ad altrettanti soggetti coinvolti.

Una vera e propria banda di truffatori e falsari che, dalla Campania, si muovevano per raggiungere varie città italiane con un unico obiettivo: incassare fraudolentemente assegni circolari per un giro di oltre un milione di euro a trimestre.

Il modus operandi era sempre il medesimo: si iniziava con l’intascare una mazzetta di assegni utilizzando l’opera di un “basista”, Massimo Di Martino, nato ad Aversa nel ’63, dipendente di Poste Italiane e in servizio presso il Centro Meccanizzato Postale di Napoli.

Era lui ad impossessarsi di assicurate e raccomandate contenenti gli assegni, per poi consegnarli alla vera mente del gruppo, Carlo Tagliafierro, nato ad Aversa nel ’73, il “falsario”. A lui il compito di produrre documenti falsi e assegnarli ai vari membri della banda, “gli scambisti”, che poi si recavano in varie filiali bancarie sparse nel territorio nazionale e, sempre con il medesimo meccanismo di apertura contemporanea di due conti a loro intestati, incassavano gli assegni.

Il gruppo era perfettamente rodato e ormai specializzato: gli scambisti si avvalevano dell’opera di coordinamento logistico e organizzativo del braccio destro di Tagliafierro, detto l”accompagnatore”. A lui il compito di individuare le filiali giuste, di prenotare hotel e organizzare le trasferte.

Diverse le percentuali dell’incasso: il 10% al basista, il 25% agli scambisti, il resto al capobanda e all’accompagnatore: Pio Cafarelli, nato a Napoli nel ’69.

Le manette sono scattate all’alba di qualche giorno fa per sette persone in tutto, residenti nel Casertano e nel Napoletano.

Diverse le città interessate: Genova, Pisa, Livorno, Cuneo Novara, Firenze, Como oltre a Torino, ma si sospetta che l’attività possa essere ancora più vasta.

I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, possesso e fabbricazione di documenti falsi, uso di atti falsi, falsità materiali commesse da privati, e peculato continuato per il Di Martino.

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