A cura della Redazione

Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i carabinieri del reparto territoriale di Aversa hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di otto persone, indagate per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di compagnie assicurative, falso ideologico e materiale, simulazione di reato e corruzione di pubblici ufficiali.

Il provvedimento cautelare scaturisce da un’articolata indagine, che il 4 gennaio scorso ha portato all’emissione di un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti di due persone di 35 e 39 anni, di San Cipriano d’Aversa, colpiti da gravi indizi di colpevolezza per l’omicidio della cittadina rumena Mariana Veronica Sologiuc, uccisa il 20 maggio 2015.

La motivazione del grave episodio delittuoso venne individuata nell’inserimento della vittima nel traffico illecito di autovetture posto in essere dai due indagati, che si erano serviti della donna per il compimento di talune attività, in ragione delle quali erano poi insorti dissidi nella gestione dei proventi derivanti dell’attività delittuosa.

Nel prosieguo delle indagini sono stati raccolti gravi elementi di colpevolezza a carico degli indagati per omicidio, anche per i reati riguardanti la misura cautelare eseguita oggi.

In particolare, dall’attività investigativa è emerso che, nel contesto del più ampio traffico illecito riguardante gli autoveicoli, venivano anche acquistati ed assicurati contro il furto e la rapina veicoli di ingente valore economico. Successivamente ne veniva simulato il furto e/o la rapina al fine di percepire indebitamente il conseguente indennizzo da parte delle compagnie assicurative. Successivamente, i veicoli “indennizzati” venivano rivenduti a terzi, con un ulteriore illecito profitto.

In tale vicenda è risultato determinante l’apporto fornito da quattro appartenenti alla Polizia municipale di Villa di Briano e di San Marcellino, tutti destinatari di misura cautelare, i quali, secondo l’ipotesi accusatoria, in palese violazione dei loro doveri ed al fine di consentire ai sodali la vendita del bene già indennizzato dalle compagnie assicurative redigevano, dietro corrispettivo in denaro, falsi verbali di rinvenimento dei veicoli, omettendo altresì di comunicare la circostanza del loro ritrovamento alla società assicurativa che avrebbe dovuto rientrarne in legittimo possesso.

Per essere sempre aggiornato clicca "Mi Piace" sulla nostra pagina Facebook