A cura della Redazione

Sequestro preventivo di beni per 4 milioni di euro ai danni di quaranta indagati nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Como. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri di Avellino che hanno condotto le indagini sulla cosiddetta operazione "Crowdfunding”, avviata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, nell’ottobre del 2015, a seguito dell'omicidio dell’architetto canturino Alfio Molteni, e le cui indagini, a partire dall’ottobre del 2017, sono state delegate anche al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Avellino.

E' stata riscontrata la presenza sul territorio nazionale di un’associazione per delinquere di natura transnazionale (con interessi anche in Austria, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Confederazione Elvetica, Cipro), finalizzata a commettere delitti di abusivismo finanziario e riciclaggio, perpetrati, in particolare, attraverso diverse società esterovestite, una di diritto cipriota ma, di fatto, con stabile organizzazione nel capoluogo irpino e gestita direttamente da due soggetti residenti nella provincia irpina, ritenuti elementi di vertice dell’intera consorteria criminale.

È stato, infatti, documentato come le società coinvolte fossero sprovviste di qualsivoglia abilitazione ad esercitare in Italia, non essendo iscritte all’Albo dei soggetti autorizzati dalla CONSOB, e come abbiano deliberatamente collocato, su tutto il territorio nazionale, prodotti finanziari ritenuti abusivi (le cosiddette quote di Crowdfunding) avvalendosi di strutture operative e collaboratori, attivi in numerose città italiane, cui l'associaizone a delinquere riconosceva provvigioni.

Le somme di denaro raccolte attraverso la collocazione dei prodotti finanziari non erano destinate alle attività di investimento proposte, bensì ripartite tra i componenti del sodalizio criminale ed in parte utilizzate per pagare gli elevati rendimenti sugli investimenti sottoscritti dai vari clienti, anche al fine di stimolare, attraverso una attività truffaldina, la raccolta di ulteriori somme di denaro presso il pubblico.

I finanzieri irpini hanno ricostruito come i reali gestori della LAREFER Ltd, attivi ad Avellino, ed i loro sodali (decine di promotori finanziari abusivi, operanti in altre province italiane, quali Milano, Napoli, Catania e Caserta), riuscissero ad effettuare la raccolta di denaro sulle piazze di Avellino, Milano, Napoli, Caserta, Bari, Campobasso, Catania, Potenza e Matera, dirottando le somme verso conti correnti esteri.

Le Fiamme Gialle della Sezione Tutela Economia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Avellino hanno denunciato all'Autorità giudiziaria di Como 16 soggetti, residenti nelle province di Avellino (6), Napoli (3), Milano (2), Caserta (1) Matera (1), Potenza (1) Campobasso (1), nonché uno residente in Svizzera. Grazie ad un collaudato sistema di frode, erano riusciti a far sottoscrivere oltre 750 contratti di investimento a circa 350 clienti-risparmiatori, per un valore complessivo stimato in 22 milioni di euro. È emerso, infatti, come gli ignari risparmiatori, attratti da significative remunerazioni promesse nonché dalla totale assenza di tracciabilità delle operazioni finanziarie “estero su estero”, affidassero all’organizzazione criminale quote di investimento pari a 35mila euro ognuna.

Sigilli a 50 conti  8 unità immobiliari; 2 autovetture; 2 imprese individuali e quote di partecipazione in 4 società.

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