A cura della Redazione
Finisce malamente l´avventura olimpica del calcio azzurro. Dopo novanta minuti di confusione mentale e presunzione, i ragazzi di Casiraghi cedono il passo a un Belgio razionale e roccioso che pur giocando per più di metà partita in dieci mostra una freschezza sorprendente. E dire che la gara si era pure messa nel migliore dei modi per l´Italia che dopo 17 minuti aveva trovato un gol su rigore e l´espulsione per fallo da ultimo uomo del difensore centrale avversario Vermeaelen. Il rigore di Rossi, perfetto, e la superiorità numerica avevano dato a tutti l´illusione che la semifinale contro la vincente tra Costa D´avorio e Nigeria fosse una formalità. Ma la serata doveva essere ancora lunga per l´Italia. Che si complica la vita da sola. Il vantaggio sembra danneggiarla a livello psicologico. Distratta dietro, leggera davanti, impercettibile a centrocampo la squadra di Casiraghi per tutta la restante parte del primo tempo sembra l´esatto opposto degli avversari. I giocatori del Belgio, infatti, non rinunciano alla superiorità numerica a centrocampo. Dopo l´espulsione di Vermaelen, Vertonghen arretra e va a fare il centrale difensivo. Il quarto uomo di centrocampo diventa così Dembele. Fisico, potente eppure veloce, l´attaccante dell´Az Alkmar è l´uomo che fa la differenza. Non è un caso che sia proprio lui a punire l´inconsistenza azzurra. Al 23´ stacca su Criscito addormentato e colpisce nitidamente verso la porta. Viviano è battuto ma c´è Cigarini sul palo che respinge. Secondo il guardalinee a palla è però entrata. Se sia vero o meno (rimarrà sempre un mistero anche se la sensazione è che no: non è entrata) resta che Cigarini è in posizione non-sense (doveva stare almeno un passo in avanti). Il gol non scuote minimamente gli azzurri che continuano nella loro irritante galleria di errori. Giovinco e Rossi insistono in dribling stucchevoli. Acquafresca non azzecca un affondo. Montolivo, Cigarini e Nocerino sono presi in mezzo dalla corsa dei quattro centrocampisti. Un paradosso. Con un uomo in meno gli azzurri si trovano, praticamente, in inferiorità numerica. E così è quasi matematico quello che succede alla fine del primo tempo. Assist da manuale di MArtens, movimento scolastico di Mirallas, Bocchetti deriso, due a uno. Lo stadio che sin dall´inizio tifa per il Belgio - probabilmente gli strascichi della polemica per la messa in scena contro il Camerun - esplode. Casiraghi e Zola non aspettano nemmeno che l´arbitro fischi la fine del primo tempo per rientrare negli spogliatoi. Il secondo tempo è un film scontato. L´Italia che spinge. Il Belgio che aspetta e riparte. Solo che gli azzurri sono poco lucidi mentre il Belgio è in palla. L´arbitro neppure aiuta gli uomini di Casiraghi quando al 55´ vede una simulazione di Rossi laddove invece l´attaccante del Villarreal era stato travolto da Bailly. Sarebbe stato rigore ed espulsione del portiere. Ma forse l´Italia in fatto di simulazioni aveva qualcosa da farsi perdonare. A mezz´ora dalla fine Casiraghi comincia con i cambi. Dentro Abate fuori Cigarini. L´assalto alla porta belga si fa più serrato - in alcuni momenti quasi disperato. Come quando Motta, è bene ripetere: Motta - non sapendo che fare spara da centrocampo verso la porta avversaria. Al Belgio basta spezzare il ritmo all´italiana, con perdite di tempo, palle in tribuna, giochetti vari. Il fantasma del naufragio è lì, a 18 minuti quando in uno degli assalti De Ceglie trova un guizzo insperato e ispira a De Roover un´entrata fallosa, evidente anche se forse non propriamente indispensabile. L´arbitro è a non più di trenta centimetri di distanza dal luogo del delitto. Calcio di rigore, che poi era l´unico modo in cui l´Italia più brutta vista sin´ora poteva pensare di fare un gol al Belgio. Che nel giro di cinque recupera il vantaggio e chiude la partita. Il gol è un capolavoro di Dembele che si beve mezza Italia e da fuori infila Viviano. Che poi cade nella provocazione (colpevolmente ignorata dall´arbitro) di Mirallas e si fa cacciare via. Tre a due e nove minuti di ancora da giocare. Dieci contro dieci: dentro Consigli a sostituire Viviano fuori Motta; dentro Candreva fuori Abate. Ma l´Italia ormai è in ginocchio. Finisce 3-2